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Diario segreto da un carcere femminile

Regia di Rino Di Silvestro vedi scheda film

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La recensione su Diario segreto da un carcere femminile

di mm40
2 stelle

Rino Di Silvestro è una delle tante meteore che attraversarono il cielo del cinema italiano nel corso degli anni Settanta, quando i vari 'generi' conquistarono massivamente le sale di proiezione e - aumentando la quantità - abbassarono sensibilmente la qualità produttiva. Questa è la sua prima regia (e anche sceneggiatura, insieme ad Alberto Sangermano), che fonde due storie abbastanza classiche per il periodo: una di delinquenza (gangster, mafia, poliziottesco truce) e una di galera (particolarmente popolare in quegli anni era proprio il filone dedicato al carcere femminile); difficile dire quale delle due sezioni in cui nettamente la trama si divide sia la peggiore, la più stereotipata e la più insignificante. Rimane da valutare positivamente, per lo meno, l'ampio cast femminile sfoggiato dalla pellicola; fra le altre ci sono Jenny Tamburi, Anita Strindberg, Gabriella Giorgelli, Valeria Fabrizi, Paola Senatore e Bedy Moratti. Tutto ciò significa, pare evidente, un discreto andirivieni di cosce, seni e fondoschiena: se l'obiettivo era denunciare le violenze e le condizioni disumane a cui sono sottoposte le detenute, certo si poteva lanciare il messaggio anche con molte meno tette e quant'altro. Apprezzabile la colonna sonora di Carlo Savina. 2/10.

Sulla trama

La mafia rapisce e tortura un uomo, presunto colpevole di un furto di 20 kg di eroina: ma l'uomo non sa nulla. Per salvarlo, la figlia riesce a farsi arrestare e a penetrare nel carcere femminile locale, per sondare l'ambiente ed estorcere in qualche modo le informazioni necessarie a salvare il padre. Avrà vita dura anche lei.

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