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Gummo

Regia di Harmony Korine vedi scheda film

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La recensione su Gummo

di Peppe Comune
7 stelle

Un ragazzino con delle orecchie da coniglio posticce si aggira come sperduto in mezzo ad ammassi di rifiuti e ogni tanto si ferma per pisciare da sopra i cavalcavia. Due ragazzi vanno in giro ad uccidere gatti che servono per rifornire i ristoranti cinesi e per ricevere in cambio soldi o buona colla da sniffare. La stessa coppia toglie la spina dell'ossigeno che tiene in vita una nonna morente. Ci sono ragazze fissate della grandezza del proprio seno e innomarate di un gatto nero, prostitute "grasse", ragazzini che chiedono l'elemosina e altri che giocano a fare gli sceriffi, pervertiti, nani, down e improbabili spaghetti mangiati da un ragazzo mentre si sta facendo il bagno dentro una vasca di acqua putrida. Soprattutto, c'è tanto sporco, sporco e rifiuti dappertutto, e un senso di desolante degrado che cattura gli occhi e arriva allo stomaco.

 

 

"Gummo" è il nome che venne dato al tornado che sconvolse Xenia causando la morte di molte persone e ingenti danni strutturali. E' in questa piccola cittadina dell'Ohio che l'esordiente Harmony Korine (già sceneggiatore di "Kids" per Larry Clark) firma questa sorta di documentario esistenziale che lega, senza che vi sia alcuna logica, frammenti sparsi di un'adolescenza in stato comatoso, mimetizzatasi in un degrado che è fisico e morale insieme, sta intorno a loro e dentro di loro, come se il tornado avesse spazzato via proprio tutto, compresa quella spienserata giovinezza che dovrebbe riguardargli, lasciando i loro corpi in uno stato di perenne abbandono. Ma anche questa può essere la vita lontano dalle luci dei riflettori, ammassi di detriti che anestetizzano la capacità di disgustarsi e abituano alla "normale" mortificazione dello spirito. Le scene che ritraggono le sevizie fatte a gatti inermi, causarono a Harmony Korine numerose accuse da parte degli animalisti nonostante che nei titoli di coda si precisa chiaramente che quelli "ammazzati" sono dei peluche. Dice il regista : "Il mio personale ordine del giorno è solo quello della ricerca della verità. Non mi importa di essere politicamente corretto, non faccio parte di alcun clan, neanche tra gli indipendenti, cerco un approccio diverso a quel cinema che mi ha riempito la vita di ragazzo quando ci andavo con mio padre. Ma l'America non è sempre la solita New York o la Los Angeles romanzata. L'America è anche questa remota e violenta provincia di cui sono stato, da piccolo, testimone oculare, dove può succedere che i giovani percuotano i gatti : io registro, faccio puzzle, non do giudizi o messaggi." Girato in gran parte con una macchina a spalla e come se si trattasse di un filmino amatoriale, con tanto di colori sgranati, "Gummo" è un film assolutamente sui generis, che radicalizza i canoni tipici del "Cinema indipendente". A mio avviso, è tanto superfluo valutarlo secondo i tradizionali criteri del bello e del brutto quanto opportuno apprezzarne la capacità di aver saputo rappresentare con efficace originalità espressiva lo stato di latente putrefazione di un mondo.

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