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Un garibaldino al convento

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su Un garibaldino al convento

di Tuttle
8 stelle

Al suo quarto film da regista, Vittorio De Sica, attento alla stesura della sceneggiatura, all’ambientazione scenografica e ai costumi, cerca “il colore e il ritmo” nella direzione degli attori che sono sottoposti a molte prove, per ottenere quella recitazione in grado di garantire unità ed armonia al risultato finale: una sapiente fusione tra commedia di costume, intreccio sentimentale e opera a sfondo risorgimentale.
La vicenda si sviluppa sotto forma di flashback seguendo gli snodi di un racconto che funge da filtro nei confronti di un passato rimembrato con nostalgico romanticismo e sentito irrimediabilmente perduto.
“Il Risorgimento - come ha evidenziato Gualtiero De Santi - è qui mostrato nel suo afflato sentimentale ed umano”, e quando la narrazione rischia di salire troppo di tono, intervengono il sorriso e l’ironia, “a temperare gli eccessi” tanto del romanzesco, quanto della possibile retorica: girato nel 1941, appare così decisamente un film controcorrente, capace di mettere amabilmente alla berlina il fasullo cinema eroico dell’era fascista, senza temere per questo la rigida censura del tempo.
De Sica compare nella piccola parte di Nino Bixio, non accreditato forse per sottolineare il suo ruolo di regista.
Le musiche furono composte da Renzo Rossellini, che si dichiarò felice della collaborazione “per le qualità ritmico-musicali delle riprese che, proprio come la partitura, agli andanti sospirosi fanno seguire l’allegro con brio”.

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