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Uccidete il vitello grasso e arrostitelo

Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film

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La recensione su Uccidete il vitello grasso e arrostitelo

di mm40
6 stelle

Che Samperi sia profondamente debitore del primo Bellocchio è evidente fin da subito: il personaggio di Enrico Merlo pare una sorta di Alessandro (de I pugni in tasca) a rovescio, ovverosia un ragazzo sì taciturno, inquieto e curioso, ma riflessivo, capace di ponderare la situazione prima di agire. E, come Alessandro, quando decide di agire è perchè la sua famiglia, ai suoi occhi, è ormai invasa dal marciume, vive un dilemma insopportabile: inevitabilmente va incontro alla tragedia. Entrambi fondamentalmente amano la loro famiglia: ma non riescono a sopportare i singoli parenti. La disgregazione dell'istituzione famigliare è al centro di questo lavoro (come appunto in quello citato di Bellocchio) e, al di là dei buoni interpreti, ciò che prevale è l'atmosfera, sebbene non manchino dialoghi e scene di buon impatto; a tal proposito una menzione positiva va fatta pure per la suggestiva colonna sonora morriconiana (al 100%). Interessante, forse di tanto in tanto un po' sfuggente per una ricerca formale talvolta eccessiva. 6,5/10.

Sulla trama

A dieci anni di distanza dalla morte (suicida) della madre, anche il padre di Enrico muore: il ragazzo torna così al paese nativo, dove il fratello e la cugina (amante di Enrico) sembrano custodire uno spaventoso segreto. Saranno stati loro ad eliminare il padre? Ben presto è il turno del funerale di Enrico.

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