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Wolf Creek

Regia di Greg McLean vedi scheda film

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La recensione su Wolf Creek

di EightAndHalf
4 stelle

"Faccio un servizio alla comunità. Ammazzo alcuni di quei canguri, sono troppi in giro. Tanti quanti i turisti" e ride. E anche i turisti ridono.
Ennesima variazione sul tema "sorpresona-per-i-giovani-turisti-in-lande-dimenticate", questa volta nell'incontaminata Australia, vicino a quel cratere enorme che sta nella località di Wolf Creek. Sebbene però sia ovvio che McLean non voglia fare il solito horror gore e inquietante, con il secco realismo della sua movimentata mdp (che con la musica quieta e lenta crea un curioso effetto straniante), Wolf Creek scivola nei cliché, inquieta meno di quanto vorrebbe e ostenta una crudeltà che in fondo non ci cattura come nel migliore quasi contemporaneo Wrong Turn: e pensare che quello era ben più simile a Non aprite quella porta di quanto non lo sia questo! Nel desiderio di non essere compiaciuta (ma l'horror stesso nasce dal compiacimento), la violenza è cruda ma comunque ammaestrata, e fa da sfondo a una vicenda che vuole essere ripresa senza troppi artifici appunto per dare l'idea di un horror più realistico dei soliti; ma è comunque un genere d'intrattenimento, e se vuoi fare personaggi con un po' più di carisma, non fai fare loro cose stupide (buttano la macchina per tornare indietro a cercarne un'altra: perché?!), ma puoi cercare di emulare i personaggi di The Descent, il vero grandissimo horror del 2005. No, McLean prima tenta di creare un arido senso di disagio che attacca raramente (e fa sbadigliare gli amanti dell'horror), poi parte con la solita ennesima spirale di violenza con un villain poco d'effetto e personaggi che vorrebbero destare simpatia ma al solito possono essere tranquillamente carne da macellare senza alcun tipo di riserva. L'empatia non decolla, l'orrore non si insinua, i luoghi (molto suggestivi) vengono mal sfruttati: vogliamo davvero mascherare simili pecche con l'accecante realismo di tutta la mise en scène? Fino a un certo punto, ma una storia più interessante avrebbe senza dubbio giovato. Solo, c'è meno sesso del solito, perché il protagonista maschile è meno macho di quello che sembra, e i baci che lui scambia con la donnina di turno sono timidi e isolati, poiché rivelano un raro tipo di sedato edonismo. Ah, giovani adulti con poca libido, sarebbe stato un anti-cliché di effetto, se davvero però il carisma suddetto (eterno assente) avesse sostituito il solito allupamento con cui i teen horror infarciscono i loro eroi. Il tratto da una storia vera poi è pretestuoso e irritante. Non viene certo grande voglia di vedere il seguito.

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