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Batman Begins

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Batman Begins

di Serum
5 stelle

 

Credo che l'obiettivo dell'epoca fosse di produrre un furbo ibrido: un film di origini in grado di resettare la linea narrativa dell'uomo pipistrello consentendo nuovamente di investirci sopra, lasciando però il dubbio, visto il finale con la carta del Joker, che potesse trattarsi semplicemente di un prequel del primo film di Burton (dove le origini del personaggio non venivano davvero mostrate). Gli spunti (di questo, ma anche dei successivi due film) sono palesemente gli albi anni '90 del personaggio, in particolare Il lungo Halloween: una Gotham City soggiogata dalla malavità, in cui Batman s'impone come simbolo della lotta ad una criminalità in via di rinnovamento, pronta ad accogliere nel suo grembo la follia carnevalesca dei super cattivi. Lo scheletro sarebbe anche interessante: mostrare la crescita di un personaggio ridotto ai minimi termini che tenta di reagire alla malvagità che lo circonda, addestrato per essere un assassino ma in grado di sublimare il proprio desiderio di vendetta per creare uno spauracchio tremendamente evocativo, fornendo un faro di speranza agli assetati di giustizia. Temo però che il risultato venga compromesso da due enormi problemi. Il primo risponde al nome di Christopher Nolan: Batman Begins è forse il primo film a presentare tutti i difetti che avrebbero contraddistinto la sua carriera da quel momento in poi, partendo da un ritmo forsennato che impedisce d'immergersi nella vicenda, passando per scene d'azione confusionarie e prive di gusto (peccato grave in ambito supereroistico), giungendo infine ad un colpo di scena infilato a forza che sacrifica in maniera ignomignosa il personaggio di Ra's al Ghul, potenzialmente interessante nel suo contrapporsi moralmente a Batman (mentre lo Spaventapasseri, che nei fumetti è uno dei nemici più interessanti, è ridotto a una macchietta). Il secondo è il tono: l'universo batmaniano si presta senz'altro ad interpretazioni serie e, perché no, anche autoriali, ma il tutto va gestito con attenzione, miscelando i sottotesti drammatici con la giusta dose di grottesco, sennò si scade nel ridicolo involontario, cosa che qui a tratti accade. Si può dire che, da questo punto di vista, la trilogia di Nolan abbia il difetto opposto a quello dei film di Schumacher: la prima troppo realistica, i secondi troppo camp.

 

 

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