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Alta tensione

Regia di Alexandre Aja vedi scheda film

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FABIO1971

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Alta tensione

di FABIO1971
8 stelle

"Se c'è un momento in cui non crediamo ad una decisione del protagonista, un momento in cui non crediamo a ciò che vediamo, smettiamo di prendere parte a questa esperienza, usciamo dal film e il film fallisce".
[Alexandre Aja]

Marie (Cécile De France) e Alex (Maïwenn Le Besco) sono due amiche in viaggio per il weekend: devono raggiungere la casa di campagna dei genitori di Alex, dove potranno godere di qualche giorno di tranquillità per preparare un esame universitario. Arrivano quando è ormai tarda serata, salutano i genitori di Alex ed il suo fratellino Tom e poi si sistemano nelle loro camere per la notte. Ma qualcuno suona alla porta e Marie e Alex precipitano in un incubo di sconvolgente ed allucinante ferocia...
A quattro anni di distanza dal suo esordio nel lungometraggio (Furia, con Marion Cotillard, ispirato ad un racconto breve di Julio Cortàzar), il parigino Alexandre Aja, alias Alexandre Jouan Arcady, figlio del regista e produttore Alexandre Arcady e della critica cinematografica Marie-Jo Jouan, si cimenta per la prima volta con il genere horror. Affiancato in fase di sceneggiatura, come per il suo film precedente, dall'amico d'infanzia Grégory Levasseur, che collaborerà con diversi incarichi (sarà anche produttore, regista della seconda unità, art director) a quasi tutti i film di Aja, e prodotto dal padre Alexandre Arcady e da Luc Besson, Alta tensione, apoteosi della mistificazione e della potenza affabulatoria della scrittura cinematografica (pur nell'esemplare semplicità del plot), è uno slasher movie con molte frecce al proprio arco: Aja, infatti, non abbraccia ciecamente, pur non lesinando i colpi di mannaia (e di motosega circolare, in una delirante sequenza grondante gore ultraselvaggio), la visione estremistica del torture porn e del massacre movie che l'horror d'Oltralpe svilupperà più "a fondo" negli anni successivi (anticipandone, però, lo sguardo gelido, privato completamente dell'approccio pesudoconsolatorio dell'ironia), ma si concentra sulla costruzione drammaturgica e sulle atmosfere insostenibili del survival game, rincorrendo l'effetto attraverso lo spiazzamento dello spettatore piuttosto che puntando sull'accumulazione di orrori. Si dimostra, quindi, efficace e spietato manipolatore di suspense e spaventi, molto "classico" nell'omaggiare i capolavori degli anni Settanta ed, in questo, pronto per imbarcarsi verso Hollywood, tanto che il reclutamento oltreoceano del regista francese giungerà di lì a breve tempo: brutalità assortite, brividi da mozzare il fiato, tensione altissima, nutrita dai tempi dilatati del racconto e dalle improvvise e furibonde esplosioni di violenza che ne squassano l'incedere, fiumi di sangue, erotismo, dialoghi ridotti all'osso, un notevole, ben assestato, assurdo ed allo stesso tempo assolutamente intrigante colpo di scena (che nella stesura originale dello script sarebbe dovuto giungere soltanto nel finale e che, invece, su pressione di Luc Besson, venne anticipato), alcuni momenti da manuale, dalla morte del padre di Alex, primo ed improvviso sobbalzo splatter del film (cassettiera contro testa incastrata tra le balaustre delle scale...), all'intera, magistrale sequenza della sosta nella stazione di servizio, fino alla già citata scena con la motosega circolare ed alla spasmodica ed angosciante resa dei conti conclusiva. Ed ancora: gli strepitosi effetti speciali curati da Giannetto "Zombi 2" De Rossi, la fotografia firmata dall'esordiente Maxime Alexandre (belga, cresciuto a Roma sin dall'età di cinque anni e poi trasferitosi a Parigi negli anni Novanta, non prima di aver partecipato come giovane attore a Bianca di Nanni Moretti), la colonna sonora di François Eudes, che propone anche alcune notevoli hit come New Born dei Muse e Runaway Girl di U-Roy, oltre a Sarà perchè ti amo dei Ricchi e Poveri, cantata a squarciagola dalle due protagoniste all'inizio del film. Un horror riuscito, coinvolgente e decisamente conturbante, che ad oggi resta anche l'opera migliore realizzata da Aja, molto più terrificante, ad esempio, del suo strombazzato remake di Le colline hanno gli occhi.

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