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La favolosa storia di Pelle d'Asino

Regia di Jacques Demy vedi scheda film

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La recensione su La favolosa storia di Pelle d'Asino

di alan smithee
6 stelle
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
"C'era (inevitabilmente) una volta" una principessa bellissima, figlia di un Re tutto vestito d'azzurro posto a capo di un fiorente e fantasmagorico, coloratissimo regno, sostenuto anche dalla particolare circostanza di avere nella propria corte un asino magico, dotato infatti della straordinaria dote di produrre monete d'oro al posto delle feci.
Rimasto vedovo, il sovrano si convince a trovarsi una nuova moglie, ma, pur cercando invano tra le nobili pretendenti, giunge alla conclusione che mai potrà incontrare qualcuna che nemmeno lontanamente possa raggiungere la perfezione della propria bellissima figliola. Pertanto il re domanda in sposa la figlia.

Su istigazione di una astuta fata madrina, la ragazza, dopo aver preso tempo richiedendo doni sempre più impegnativi al padre re-pretendente (tra cui la pelle del povero asino di cui sopra), fuggirà nel bosco, vestita con la pelle del somaro richiesta in dono al genitore.
Grazie ad una torta prelibata preparata nella sua casetta nel bosco, Pelle d'Asino riuscirà a far innamorare il principe del regno vicino che, venuto in possesso del piccolo anello della ragazza (contenuto nella torta), organizzerà un richiamo di tutte le fanciulle da marito, dichiarando di volersi dare in sposo a colei che dimostrerà di poter essere la vera padrona del piccolo, prezioso anello.
Finirà tutto bene, come nella più classica delle tradizioni da fiaba.
Un incontenibile Jacques Demy scrive e dirige una favola kitch divertente e assai bizzarra, ma ancor più anomala, frizzante di erotismo malizioso e sfrontato, in cui colori, anacronismi temporali (avveniristici elicotteri come mezzi di trasporto si alternano a decisamente più tradizionali carrozze con cavalli) e molte altre stramberie la rendono un prodotto d'avanguardia che precede di molto le fantasmagoriche atmosfere fiabesche di molto cinema alla "Burton" (invero stilisticamente assai più dark, per quanto non meno colorato)che seguirà nei decenni successivi.

Un taglia e cuci di situazioni derivative delle più classiche storie per bambini, da Cappuccetto Rosso a Cenerentola, in un mix delirante nelle scenografie come nella storia.
Splendida e coerente con il ruolo si rivela Catherine Deneuve, coadiuvata da un bizzarro (ed invero un po' inquietante) Jean Marais, nel ruolo del padre con tendenze incestuose di cui il film dimostra di disinteressarsi, e da un principe "rosso" reso con pertinenza da un segaligno Jacques Perrin, mentre nel ruolo della risoluta e determinante fata madrina riconosciamo Delphine Seyrig.
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