Riccardo Torre, criminale di guerra, cerca di espatriare clandestinamente dopo essere evaso dal carcere. Le difficoltà non lo spaventano e, per raggiungere il suo scopo, non si tira indietro neppure davanti all'omicidio di una donna. In un primo momento si unisce a lui anche il figlio Fabrizio che viene involontariamente ferito dal padre. Al termine delle peripezie Riccardo cade nelle mani degli inseguitori. Tra facce indimenticabili, con una tensione che deve molto al cinema americano e adattando un suo racconto (e tra i collaboratori ci sono Cecchi, Flaiano, Bonfantini, Cesare Pavese), Soldati fa un uso personale del neorealismo, utilizzando al meglio un cast di altissimo livello (indimenticabili Germi e Lulli) e raggiungendo uno dei suoi migliori esiti registici.
Film dell'immediato dopoguerra che tratta un tema reale di quel tempo: il tentativo di espatrio clandestino in Francia attraverso le montagne innevate. Un criminale di guerra è disposto a tutto.
W il duce? W Duccio! Dal calligrafismo al noir passando per il neorealismo. “Fuga in Francia” è la rimessa in scena del fascismo 30 prima del Salò di Pasolini, quando il sangue delle rappresaglie non è ancora rappreso, secco e polverizzato e sull'assito, il sipario e la platea si presenta liquido, lucido e caldo col suo odore metallico di macello.
W il Duce? W Duccio! (¹) Carlo Ponti, ancora produttore esecutivo in Lux con DeLaurentiis e poco prima di fondare la Ponti-DeLaurentiis, propone - impone (²) - a Mario Soldati [ scrittore - “le Lettere da Capri” (Premio Strega) e “i Racconti del Maresciallo” (poi trasposto per la tv dal suo stesso creatore) -, sceneggiatore, regista… leggi tutto
Uno dei film più cari a Mario Soldati, tanto da prendervi pure parte in un ruolo di contorno (è un poliziotto), e scritto dallo stesso regista, Ennio Flaiano e Carlo Musso, con la collaborazione di firme prestigiose come quelle di Cesare Pavese (!), Emilio Cecchi e Mario Bonfantini. Una storia originale dopo due adattamenti letterari - Eugenia Grandet di Balzac e Daniele Cortis di… leggi tutto
Grande e purtroppo dimenticato film del bravo regista e scrittore Mario Soldati.
Film di ambientazione neorealista(cast sconosciuto tranne per i due bravissimi Folco Lulli doppiato da Mario Besesti e Pietro Germi oltre una piccola parte per lo stesso Soldati) vede la storia di un ex gerarca fascista, interpretato da Lulli, che fugge col figlioletto in Francia per sfuggire alla giustizia del suo…
Una trentina di autori, un centinaio di film e serie. Insomma: un prologo, appena.
Nota bene. La lista è chiusa -- tanto per una questione soggettiva quanto di tecnica…
W il Duce? W Duccio! (¹) Carlo Ponti, ancora produttore esecutivo in Lux con DeLaurentiis e poco prima di fondare la Ponti-DeLaurentiis, propone - impone (²) - a Mario Soldati [ scrittore - “le Lettere da Capri” (Premio Strega) e “i Racconti del Maresciallo” (poi trasposto per la tv dal suo stesso creatore) -, sceneggiatore, regista…
Ritorno a parlarvi dopo così poco tempo di Pietro Germi, talento inestimabile del cinema italiano, perchè mi sembra un'opportunità da non lasciarsi sfuggire quella che la rete ci…
FUGA IN FRANCIA (1948)♣
Ecco il fascista "veramente cattivo": un formidabile Folco Lulli. È stato autorevolente affermato che "tra i tanti film italiani che meritano di essere riscoperti.... dovrebbe stare in cima alla lista". Prende spunto da un fatto accaduto: la fuga in Francia di un ex gerarca, condannato a morte in Italia per crimini di guerra.…
Se il cinema di Soldati, almeno quello del periodo del Fascismo, era stato etichettato come calligrafico, Fuga in Francia fuoriesce sicuramente da questa definizione. Uscito nel 1948, il film si inserisce, piuttosto, nel filone neorealista, che all'epoca dettava legge, quanto meno tra gli intellettuali e nel favore della critica. Soldati riesce, con Fuga in Francia, ad affrontare due problemi…
E' un film drammatico di buona tenuta, che non ha momenti di stanca. Mario Soldati è uno di quei registi che sono una garanzia, o quasi. Non è un film neorealista, ma del neorealismo ha più di qualcosa. Innanzitutto la rappresentazione della precarietà e della povertà, come pure del disordine che regnava nella società italiana del dopoguerra. Poi…
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Commenti (2) vedi tutti
Film dell'immediato dopoguerra che tratta un tema reale di quel tempo: il tentativo di espatrio clandestino in Francia attraverso le montagne innevate. Un criminale di guerra è disposto a tutto.
leggi la recensione completa di cherubinoW il duce? W Duccio! Dal calligrafismo al noir passando per il neorealismo. “Fuga in Francia” è la rimessa in scena del fascismo 30 prima del Salò di Pasolini, quando il sangue delle rappresaglie non è ancora rappreso, secco e polverizzato e sull'assito, il sipario e la platea si presenta liquido, lucido e caldo col suo odore metallico di macello.
leggi la recensione completa di mck