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Fuga di mezzanotte

Regia di Alan Parker vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Fuga di mezzanotte

di GIMON 82
10 stelle

I film carcerari sono un genere che ha sempre attirato la mia curiosita',sara' perche' amo le storie ad impianto reale con significati densi di vitalita',(senza disdegnare il tocco surreale) il cinema è anche questo:un enorme spettacolo che fa sognare ma anche riflettere,noi spettatori delle volte siamo sottoposti ad una sorta di test etico,quello che ci facciamo quando il cinema ci mostra realta' all'apparenza "distanti" da noi: l'infernale mondo della carceri.Come puo' essere una "vita" dietro le sbarre? la prigione è un mondo stante a se,"popolato" da "scarti" societari che rimangono umani nelle loro dignita' pur avendo commesso aberrazioni mostruose.Il carcere dovrebbe rieducare,ma le cose non stanno cosi',il carcere che vediamo e  "sentiamo" assume le forme di una stasi del diritto umano,tutto è ancorato a dure regole che annientano anime gia' distrutte rendendole alla stregua di belve ingabbiate.Un meccanismo che non facilita il reinserimento in societa' ma costringe a (ri)delinquere.Queste mie considerazioni spetterebbero ad un sociologo,non avendo (per fortuna) avuto contatti con questa terribile realta' mi affido a quello che leggo e sopratutto alla "voce" e alle immagini piu' potenti che ci siano:quelle del cinema,che ci ha regalato prison-movie memorabili.Il film che a mio parere abbraccia per intero tematiche esistenziali trasportandoci all'interno di orribili mura è senz'altro "Fuga di mezzanotte" una storia raggelante,pregna di umanita',sociologia e politica.Tratto dall'omonimo libro di Billy Hayes:un giovane americano che nel 1970 era in vacanza ad Istanbul,durante il rientro venne arrestato dalla polizia di frontiera per trasporto illegale di hashish.Il tribunale turco dapprima lo condanna a 4 anni per poi "commutare" la pena a 30 convertendola in contrabbando.Il giovane riuscira' finalmente ad evadere dopo aver scontato 5 anni in una sorta di lager.Il regista inglese Alan Parker (poi persosi chissa' dove....) si impegno' con tutte le forze per girare un film sull'odissea umana di Hayes e fatico' non poco a trovare location adatte alla storia dato che le autorita' turche non dettero il beneplacet.Le riprese iniziali di Istanbul fanno parte di documenti di repertorio di un macchinista della troupe,il film venne girato interamente a Malta.Quello che rende questa pellicola un "monumento" tra i prison movie è la sceneggiatura di un giovane Oliver Stone (oscar nel 1978) il suo tocco autorevole(riale) c'era gia' allora.Un film che è una discesa negli inferi dove Parker anestetizza la forma del racconto rendendola lungi da retoriche e stereotipi da prigione.L'inizio è pervaso dal "pathos" di Billy (e di noi stessi),i battiti del cuore e il sudore,sono i messaggeri di uno straordinario affresco di un nichilismo lacerante,noi spettatori veniamo permeati di un aura claustrofobica che ci penetra nell'animo.La prigione turca "offerta" non è il classico crogiuolo di criminali,rivalita' etniche, o rapporti "interpersonali" evidenti in altre pellicole,Billy (soprav)vive ad un inferno dantesco in cui l'umanita' è azzerata ed è percettibile solo in lui e un altro paio di detenuti,tutto il resto ("i turchi") sono demoni abitanti di una bolgia ognuno secondo il suo ruolo.Il secondino sadico,il delatore,(o infame) i burocrati malvagi, tutto è parte di un sistema "sociale" che fece insorgere la nazione turca che censuro' il film bollandolo come razzista e filoamericano,comunque a ragion veduta,i "turchi" (erano maltesi) del film sono tutti "Brutti,sporchi e cattivi",oltre alle motivazioni unpolitically correct colpisce la connivenza "umana" tra Billy e i suoi aguzzini che noi spettatori assorbiamo empaticamente.Tutta la la storia è intrisa di un aura angosciosa,un respiro trattenuto per 115 minuti,un odissea umana che non lascia immuni,grazie ad una fotografia tetra la cui immagine esiziale è il "girone" dei dementi criminali,dove Billy viene catapultato dopo aver aggredito un detenuto.Un luogo che non lascia scampo una sorta di "quadro" medioevale di cui la brutalita' e la follia sono i padroni assoluti.Ma se nei 115 minuti si "respira" solo il buio assoluto,il finale prende la forma della speranza,ricordandoci che anche dove regna la follia e la disperazione nel nostro animo esiste un luogo intoccabile dove regna la luce.Quindi LA VITA.....

Sulla colonna sonora

Una delle piu' belle degli anni 70,Giorgio Moroder compone un capolavoro di sonorita' che si sposa benissimo con l'intero contesto.

Su Alan Parker

Il suo miglior film senza ombra di dubbio,una regia claustrofobica pervasa da luoghi "asettici" dal punto di vista umano.Le mura del carcere di questo film sono le peggiori mai viste al cinema...e il merito è sopratutto suo.Ma ora sapete dove è finito?

Su Brad Davis

Un interpretazione notevole,carnale, pregna di sofferenza autentica di un uomo sceso all'inferno.

Su Paolo Bonacelli

Parker cercava l'interprete di un turco dagli occhi chiari.Lo trovo' in 
Bonacelli,un ruolo scomodo interpretato perfettamente,un detenuto infame e delatore che suscita odio.

Su Paul L. Smith

Il secondino piu' odioso di tutti i tempi,un demone in divisa.....

Su Randy Quaid

Bene nel ruolo di un detenuto schizzato e ribelle....

Su John Hurt

Prima di "The elephant man",si cala anima e corpo nella parte non lavandosi per un mese e mezzo con conseguente isolamento sociale.Un mimetismo pazzesco,sembra davvero un tossico e allucinato.Un interpetazione che gli valse una nomination all'oscar.Strameritata.

Su Gigi Ballista

Dalle commedie con la Fenech e Banfi lo ritroviamo qui...cosa ci fa? Riconoscibile dalla voce gracchiante nei panni di un giudice turco,l'unico dal volto umano.

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