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The Fog of War. La guerra secondo Robert McNamara

Regia di Errol Morris vedi scheda film

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La recensione su The Fog of War. La guerra secondo Robert McNamara

di sasso67
8 stelle

Una lunga intervista a colui che fu, per un lungo periodo negli anni sessanta, il Segretario di Stato alla Difesa degli Stati Uniti d'America. McNamara racconta la propria vita, che per un certo lasso di tempo coincide con quella di una bella fetta dell'umanità, specialmente quando dice che il mondo arrivò "a tanto così" (e avvicina pollice e indice) dalla guerra atomica. McNamara dice di ricordare, a due anni, la fine della Prima Guerra Mondiale, con i festeggiamenti e i propositi espressi da Wilson, secondo i quali quella avrebbe dovuto essere l'ultima guerra dell'umanità. Racconta gli anni della sua giovinezza, gli studi, gli anni dell'università, l'assunzione alla Ford, della quale divenne il più giovane presidente, successore prescelto dallo stesso fondatore Henry Ford. E proprio durante la sua presidenza del colosso automobilistico fu chiamato da John Fitzgerald Kennedy a comandare il Pentagono. McNamara racconta l'inizio della guerra del Viet Nam, l'assassinio di JFK e l'avvento alla presidenza di Lyndon B. Johnson, con il quale non ebbe mai un grande feeling. L'ex ministro tenta talvolta di giustificare le proprie scelte come capo della Difesa americana, ma riconosce anche gli errori di valutazione nei riguardi dei vietnamiti. Sostiene che la guerra andò avanti perché gli americani non capirono che i vietnamiti non erano alleati della Russia o della Cina, ma combattevano per la loro indipendenza come avevano fatto in precedenza con la Francia, mentre gli asiatici non comprendevano che gli americani non volevano colonizzare il Viet Nam, ma per loro si trattava di fermare il comunismo in un'area strategica del mondo.
Errol Morris, già autore del buon film documentario "La sottile linea blu", realizza con questa lunga intervista, ridotta nei limiti di durata cinematografica, un film interessante, dove un personaggio controverso ma interessante si racconta con qualche reticenza e con la necessità del quasi novantenne di giustificare molte delle sue scelte, alcune delle quali, sembra di capire, nemmeno lui condivideva pienamente. McNamara è un uomo di grande valore, un sincero democratico, si potrebbe dire, che si è trovato a gestire situazioni moralmente difficli. A poco meno di novant'anni si occupa di aiutare i bisognosi. Forse lo si può fare soltanto quando non si occupano certe cariche che, volenti o nolenti, compromettono anche gli uomini migliori.

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