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Le Crociate

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Le Crociate

di GIANNISV66
8 stelle

Per poter dare un giudizio obiettivo su Le Crociate (Kingdom of Heaven) , è necessario fare uno sforzo e cercare di scindere l’aspetto puramente cinematografico da quello storico.
Chi cercasse in questo film un quadro storicamente fedele degli avvenimenti e dei personaggi che caratterizzarono gli avvenimenti che precedettero la riconquista  di Gerusalemme da parte dei musulmani, resterebbe alquanto deluso.
Chi, dopo la visione, preso forse dall’entusiasmo, ha inneggiato a una visione “imparziale” delle Crociate evidenziando la superiorità della civiltà islamica su quella dell’occidente medioevale, ha preso una bella cantonata.
Qualche piccolo chiarimento quindi mi sembra doveroso farlo, premettendo che questo non è certo il luogo per affrontare un discorso complesso come quello delle spedizioni organizzate per la conquista della Terrasanta, né da parte di chi scrive c’è la volontà (né la competenza, essendo il sottoscritto un semplice appassionato senza pretese accademiche) di proporre lezioni di storia.
Comunque è bene chiarire che Baliano di Ibelin, valoroso difensore della città di Gerusalemme, non era affatto un umile maniscalco bensì il figlio (legittimo) di un nobile e con il fratello Baldovino partecipò alla battaglia di Montgisard in cui il Re Baldovino IV di Gerusalemme, pur disponendo di forze decisamente inferiori, riuscì a infliggere una dura sconfitta a Saladino. Il quale Saladino (Salah Al-Din) non era certo quell’uomo di pace, quasi riluttante alla guerra, che traspare dalle immagini del film in questione.
Sultano fondatore della dinastia Ayyubide, anelava alla riconquista di Gerusalemme e nella sua condotta alternò momenti di grande generosità e gesti di crudele efferatezza (peraltro come la maggior parte degli uomini d’arme, di qualunque religione, di quei tempi).
Senza dunque andare oltre (sia Re Baldovino, il Re Lebbroso, che Reginaldo di Chatillon che Guido di Lusignano avevano ben poco in comune con i personaggi come appaiono nella pellicola) è giusto però porre l’accento sul fatto che  l’attendibilità storica dei fatti narrati da Scott è davvero ai minimi termini.
Detto questo, Le Crociate risulta indubbiamente una pellicola di grande fascino: l’impatto delle immagini è potente e suggestivo e ancora una volta  Ridley Scott dà grande prova delle sue indiscusse qualità di regista.
Va dato atto a Scott di aver comunque palesato le sue intenzioni di non volersi mantenere fedele alla realtà storica, piuttosto il suo intendimento è quello di narrare una vicenda grazie alla quale tratteggiare personaggi che rappresentano i diversi aspetti dell’animo umano e le sue contraddizioni.
La ricerca della pace nel film trova i suoi paladini nel Re lebbroso Baldovino IV e nel Sultano Salah Al-Din (entrambi nella realtà molto più votati alla guerra), ed è proprio la pace come valore universale condivisibile da ogni popolo sembra, a mio modesto avviso, il messaggio che Scott vuole far trasparire da questa sua opera.
L’orrore verso la falsa gloria che deriva dal massacro e la condanna decisa dei fondamentalismi (non solo religiosi) sono valori portanti di questa pellicola. Emblematica in questo senso una delle scene finali in cui Saladino raccoglie un crocifisso gettato a terra e lo pone con cura su un tavolo, riconoscendo il valore di un simbolo sacro seppure di un religione cui non appartiene.
Altro valore palesato è quello dell’amore, sincero, fra un uomo (Baliano, Orlando Bloom ben calato nella parte) e una donna (Sybilla, l’affascinante Eva Green) divisi dalla ragion di Stato e dalla politica. Talmente prezioso è il sentimento che Baliano prova bei confronti della bella principessa, che rifiuta di sporcarlo con un omicidio di Stato, eliminando il marito della sua amata (il bieco, nella realtà filmica, Guido di Lusignano) per prenderne il posto e diventare il futuro Re di Gerusalemme.
Non si può non notare, e lo dico senza polemica, una certa dose di anti-occidentalismo: anche se i guerrafondai sono su entrambi i fronti, Scott sembra voler rimarcare come fosse lo schieramento cristiano ad averne in misura maggiore (emblematica la figura davvero grottesca di Reginaldo di Chatillon, trasformato in un pazzo sanguinario) e questo in barba alle critiche di chi, all’uscita del film, parlò di una pellicola che presentava una visione negativa dell’Islam.
Menzione doverosa per l’ottima prova di Jeremy Irons nella parte del Conte Tiberias (ovvero Raimondo III di Tripoli) presentato anch'egli come un paladino della pacifica convivenza.
In conclusione un film che non lascia indifferenti, un film che al di là della grande spettacolarità che lo contraddistingue riesce comunque a lanciare una segnale, sia pure fra qualche contraddizione che può lasciare interdetto più di uno spettatore.
Dal mio punto di vista sicuramente un’ottima pellicola meritevole di visione.

Sulla trama

"Non do alcun credito alla religione. Sotto la parola religione ho visto la follia di fanatici di ogni denominazione venire chiamata "Volontà di Dio", la santità sta nell'agire rettamente e nel coraggio da parte di coloro che non possono difendersi, la bontà, ciò che Dio desidera sta qui, secondo ciò che decidete di fare ogni giorno, sarete un uomo buono o no."

Baliano
arringa i difensori di Gerusalemme:
- Non abbiate timore innanzi ai vostri nemici. Siate impavidi e retti, cosicché Dio possa amarvi! Dite il vero anche se vi conduce alla morte! Salvaguardate gli indifesi. È il vostro giuramento! E questo affinché te ne ricordi. Sorga un cavaliere!... Sorga un cavaliere!
- Chi credete di essere? Pensate che fare di un uomo un cavaliere lo farebbe combattere meglio?
- Si!"

Baliano 
e Salah Al-Din: 
“Quanto vale Gerusalemme?"
"Tutto …………. e niente"

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