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Match Point

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Match Point

di Baliverna
10 stelle

Proprio bello questo film di Woody Allen, che ritrova lo stile e le capacità dei suoi tempi migliori. Il regista di Manhattan dirige con mano fermissima e stile sobrio, direi anche essenziale, e con una notevole capacità di tagliare una scena nel momento migliore. Aggiungo anzi che parte del fascino del film sta proprio nel montaggio, cioè sia nella durata di certe scene che negli stacchi tra una e l'altra. Ve ne sono certe di pochi secondi e senza dialoghi, che comunque dicono molto su quel tal personaggio o sulla situazione della tal coppia (tema che Allen non si stancherà mai di analizzare). Qui riflette anche su argomenti mai esauriti, come il caso, le circostanze, la fortuna.
Come tematica siamo vicini a "Crimini e misfatti": la relazione adulterina, il prestigio sociale in pericolo, l'omicidio, la colpa, la coscienza. Il protagonista - che ritengo decisamente antipatico - è un perfetto ipocrita, un uomo assolutamente falso. Il suo valore supremo è essere stimato in società, ed occupare dentro di essa un'alta posizione, anche se con una maschera di perbenismo ed affabilità che nasconde un volto dei più orridi. Il suo matrimonio con la ragazza sinceramente innamorata, i cui genitori stravedono per lui e lo trattano con i guanti, è inescusabile. Già da prima il suo cuore è ben impantanato nella passione per la bionda sensuale, e quindi non si può concedergli il beneficio (minimo) dell'imprevisto. Forse qualche forma di amore per sua moglie la prova anche, ma questo rende ancora più grave il suo inganno cosciente fin dall'inizio, e pure pervicace. La scomparsa della bionda gli dà inizialmente una buona occasione per darci un taglio, come anche le sue resistenze, ma lui ce la mette tutta per riprendere la relazione. Chi lo compatirebbe per i guai in cui presto viene a trovarsi? Oltre alla stima sociale, l'altro suo grande valore è il soddisfacimento della passione (quasi solo fisica) ad ogni costo, incurante delle conseguenze. Forse queste due chiavi spiegano tutto il suo comportamento. Per gli stessi motivi,poi, un uomo affabile e simpatico come questo può diventare uno spietato assassino.
Woody Allen è un osservatore acuto delle persone e del loro comportamento nella realtà, che riesce a rappresentare con efficacia sulla pellicola. Per questo i personaggi sono tutti ben definiti, molto realisttici, e i dialoghi veri, intelligenti, e impietosi nel mostrare le miserie umane. Riuscito ho trovato anche un personaggio collaterale come la suocera del protagonista, la quale non può soffrire che suo figlio sia fidanzato con la bionda. Il suo sfogo contro di lei è reso proprio bene, ed è del tipo che fanno le donne: non attacca cioè la ragazza dicendo il vero motivo dell'avversione, ma finge di interessarsi alla sua carriera e con questo tenta di umiliarla.
L'idea dell'anello che urta la ringhiera e non cade nel fiume è di grande intelligenza. Il finale assomiglia per certi versi a quello de "La strada scarlatta" di Fritz Lang, perché lascia il protagonista condannato a un rimorso a vita.

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