Regia di Oliver Hirschbiegel vedi scheda film
Se il Moloch di Aleksandr Sokurov è un film espressionista, senza dubbio questo Der Untergang di Hirschbiegel è un film impressionista; le serrate due ore e venti scorrono velocemente, grazie a un formidabile equilibrio di forma e sostanza. La posata regia classica, non lesinante comunque in alcuni sottili virtuosismi, sostiene con vigore la caduta di una spaventosa utopia: Adolf Hitler vive rinchiuso nel proprio bunker, attendendo che le truppe sovietiche distruggano anche l’ultima delle sue armate. La sua tragedia personale, legata a quella dei suoi più alti gerarchi e collaboratori, è sospesa fra il decretarsi della fine e i violenti ritorni di un sogno ormai lontano. Le sue ultime ore scorrono senza pietà, fra bombardamenti e suicidi, prossime a consegnarlo alle pagine più nere della storia, scritte anche da coloro che fino alla sua morte lo osannarono come la propria guida. La fiorente composizione di dialoghi esalta il lato umano di un dittatore che ha cosparso l’Europa di sangue, mostrandoci le sue lacrime e in contemporanea la sua aura di morte; anche nell’estremo addio egli sarà capace di mutare le vite di chi gli sta vicino, sancendo per l’ennesima volta orribili tragedie, prima che anche l’ultimo degli stendardi nazisti venga avvolto dalle fiamme. Raramente una produzione di così alto livello è riuscita a consegnare un grande spaccato storico, lasciando da parte facili condanne oppure glorificazioni dei vincitori, mostrandoci un mondo devastato dalla guerra a partire dalle strette gallerie dove si muovono Hitler e i suoi uomini.
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