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Troppo belli

Regia di Ugo Fabrizio Giordani vedi scheda film

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La recensione su Troppo belli

di degoffro
4 stelle

Da un'idea di Maurizio Costanzo si legge nei titoli di testa. E chi se non il re della Tv spazzatura poteva avere la brillante pensata di lanciare al cinema le due nullità create dalla moglie Maria De Filippi, a sua volta responsabile, in larga misura, del deprimente vuoto televisivo di questi anni? Al di là del fatto che i due artefatti bambocci sono indisponenti (Interrante è un presuntuoso di prima categoria e va da sè, Vitagliano è invece un finto umile dal patetico ed insulso buonismo, per questo molto più irritante dell'amico), oltre che del tutto incapaci, e non solo a recitare - ed è paradossale che in questa schifezza partecipino ad un corso di recitazione - (magari poi avessero fatto davvero anche uno solo degli umili e pesanti lavori che si trovano costretti ad affrontare nel film per pagarsi il corso) ciò che raggela è la visione unidimensionale delle donne che hanno regista, sceneggiatore ed ideatore. Ma davvero si pensa che l'universo femminile italiano sia così alla canna del gas? Ragazze che rubano la biancheria intima del loro mito stesa fuori da casa, oppure che litigano maldestramente in palestra per strappargli un bacio, o ancora che buttano via 50 Euro per comprare la foto dell'amato per poi nasconderla sotto il peluche prima di addormentarsi. Che dire poi delle sciagurate madri dei due protagonisti, sempre pronte a servire e compiacere i loro adorati figli, sostenendone economicamente e goffamente le ambizioni ed i sogni? L'idiozia delle madri si ripercuote sui figli. Tralasciando i dialoghi (?!?) pietosi del tipo "Voi da quale paese venite? Il problema non è da dove veniamo, ma dove vogliamo arrivare!", la dabbenaggine di tutti i personaggi (oltre alle già citate figure femminili, da ricordare almeno la grande novità del parrucchiere gay, uno spazzino di colore che parla come ai tempi di "Via col vento" e l'amico milanese arricchito, trombone, arrogante e sbruffone che gira in Porsche). Per non parlare del romanticismo d'accatto che caratterizza l'intera fasulla pellicola (quel cuore con cui si immortala l'ultima immagine dei due piccioncini, finalmente insieme, può commuovere solo ragazzine rincitrullite). Scomodare il celebre "Poveri ma belli" di Dino Risi mette i brividi, dato che certi paragoni è un delitto solo pensarli. Il fatto che vengano semplicemente prodotte e distribuite (in oltre trecento copie, da non crederci) cretinate del genere (qui è coinvolta la Medusa) è un indicatore eloquente dell'infimo livello culturale a cui siamo arrivati. In questo senso "Troppo belli" è il tristissimo specchio dei nostri amari tempi, accentuato da una battuta, neanche troppo involontaria, che gela il sangue: "L'onestà è solo per chi non ha fantasia". Davvero un'affermazione esemplare di cui andare particolarmente fieri, non c'è che dire! La colonna sonora curata da Gigi D'Alessio con la voce anche di Anna Tatangelo è la definitiva martellata in testa. Più che invidia ed irritazione per i due vanesi e insignificanti protagonisti, due autentiche "teste di... cocco" per citare il titolo di un altro (s)cult del regista, si provano pena ed imbarazzo. Un'operazione indecorosa, narcisistica ed indecente, giustamente ignorata e sbeffeggiata dal pubblico, nonostante il clamoroso battage pubblicitario per il lancio. Sarà pure sparare sulla Croce Rossa, ma è giusto che si possa dire tutto il male possibile su prodotti così vomitevoli. Fiasco d'oro a Vitagliano quale peggior attore (ha così battuto il suo collega Interrante). A tutti coloro che hanno partecipato a questo orrore consiglio volentieri una doverosa "Cura Ludwig". C'è infine un dialogo che potrebbe essere interpretato come un mio personale augurio per il futuro dei due fantocci: "Addosso ci piomba di tutto, tranne che il lavoro!".
Voto: 2

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