Regia di Mel Brooks vedi scheda film
"Werewolf!" "There's wolf. There's castle". Questa l'originale battuta da cui è nata la celeberrima "lupo ululà, castello ululì". Curioso che un pessimo adattamento traduttivo (era pur difficile adattare il gioco di parole inglese) abbia trasformato la battuta in italiano nell'icona di FRANKENSTEIN JUNIOR. Fateci caso: la maggior parte della gente cita questa come prima gag nell'elencare le più memorabili. Perchè? Misteri sociologici. Sono ben altri i capolavori linguistici e situazionali che rendono FRANKENSTEIN JUNIOR un'opera fondamentale. "Rimetta a posto la candela", ripetuto tale e quale da Inga con accento tedesco; l'accento appunto, assurdamente tedesco (il romanzo della Shelley si ambienta in effetti in Germania, ma qui siamo in Romania!); l'inconscia gobba mobile di Igor; i nitriti alla Frau Blucher; il "verso da ghiottone"; l'enorme Schwanzstueck (letteralmente "pezzo di coda", anche se "Schwanz" ["coda"] in tedesco è utilizzato volgarmente anche in un altro senso); l'improbabile lezione universitaria con bisturata finale; l'esilarante sequenza col cieco (un irriconoscibile Gene Hackman!); si potrebbe continuare per pagine e pagine... Mel Brooks è al suo Capolavoro: mette in scena una parodia perfetta di svariati film incentrati sul morto vivente più famoso del mondo e, magistralmente, aggiunge elementi estranei comunque a tema horror (la draculesca Transilvania), che contribuiscono ad alimentare la geniale, inimitata demenzialità che avvolge il film dalla prima all'ultima scena. Interpreti alla grande e tutti indimenticabili. Doppio tributo per Gene Wilder, mai più a questi livelli, che mise molto di suo come co-sceneggiatore.
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