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Franco, Ciccio e le vedove allegre

Regia di Marino Girolami vedi scheda film

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La recensione su Franco, Ciccio e le vedove allegre

di cherubino
5 stelle

Il certificato di film brutto ce l'ha (5 recensioni, non troppo poche dunque, tutte negative), la data (1968) è giusta per tentare di vederlo con occhi giovani, Franco e Ciccio che trascurai sempre... insomma è il tipo di film che mi va di vedere oggi, anzi neanche aspetto la tv tra un'ora, me lo guardo in rete. Esito? Qualche ricordo piacevole.

 

 

 

FRANCO, CICCIO E LE VEDOVE ALLEGRE (1968)

 

La prima cosa che scopro è che NON è un film di CICCIO e FRANCO, li si vedono per soli 30 minuti nel primo di tre episodi, tutti della stessa durata. Usava molto all'epoca. E in quel periodo contrabbandare per loro pellicola una semplice partecipazione portava pubblico.

 

L'argomento è uno, le vedove, ce lo dice un narratore che non ti aspetti, è LUCIO DALLA. Ma ci canterà anche due canzoni.

Il film esordì nelle sale il 13 aprile del 1968, lui aveva 25 anni (ricorderete che era nato il 4 marzo 1943, lo sapemmo tutti tre anni dopo a Sanremo con quella canzone che non avevano voluto si chiamasse Gesù Bambino) e non era ancora cantante davvero affermato. 

Le due canzoni sono "E dire che ti amo" e "Il cielo", la seconda ebbe successo, è ancora piuttosto nota e ce la offre nel terzo episodio. 

 

Ed ecco le vedove, più o meno "allegre". Nell'ordine: 

 

• ROSSELLA COMO (29 anni), che nel primo episodio "La nostra signora" resta in vedovanza solo per tre anni, poi viene a trovarsi nella medesima situazione di abbondanza di Nadia Gray (film "Letto a tre piazze", con Totò e Peppino, 1960, regia di Steno, molto divertente):

il marito dato per morto, Ciccio, ritorna e la trova sposa di Franco; la soluzione, accettata dai tre, è coabitazione, tre notti con l'uno tre notti con l'altro, domenica libera. Aria sessantottina, ma solo sognata.

Purtroppo - sarà anche il confronto col film che ho citato - la mezz'ora passa senza infamia e senza lode, anche perchè la coppia sicula, pur piacevole, è contenuta, mai esilarante come a tratti quasi sempre è.

Bello comunque vedere una volta tanto affidato un ruolo di primo piano alla Como, attrice brava e secondo me anche carina cui mi affezionai già al suo film d'esordio ("Poveri ma belli", 1956, Dino Risi) e che ho sempre visto volentieri.

Mio voto all'episodio: tra ** e ** e mezza.

 

• DOMINIQUE BOSCHERO (31 anni) per me è invece solo un nome conosciuto ma credo di non averla mai vista prima d'oggi. È la protagonista del secondo episodio "Una povera vedova", chiamata in causa di fronte al Giudice Conciliatore (figura che allora era adibita, in ogni Comune d'Italia, anche i più piccoli, a dirimere le questioni di valore non superiore a £ 50.000) dal sagrestano: NINO TARANTO (60 anni).

L'avvenente vedova ammette di aver pattuito un compenso di quell'entità col sagrestano per un servizio effettivamente resole (aveva urgente necessità di un figlio maschio, entro 10 mesi, per poter ereditare) e lui era una garanzia (padre di 7 maschi), ma poi... ha scoperto - lo sanno tutti in paese - che lui è solo 7 volte becco. È però incinta... ma di chi? Alla fine non erediterà. 

Questo episodio (per quanto risapute fossero anche allora le maldicenze di paese circa le corna altrui) è più originale del precedente ed anche più "mosso". Forse un po' troppo, capisco che si possa preferirlo ma per me non è nè farsa nè commedia e non vado oltre le **. Sempre bravo comunque Taranto, simpatico quale che sia il ruolo propostogli. 

 

MARGARET LEE (25 anni) è la terza, gradevolissima, vedova; l'ultimo episodio si intitola "La vedova di nonno", ma nonno di chi? di RAIMONDO VIANELLO (46 anni). La moglie di lui non ci tiene proprio ad averla ospite, evidentemente non ha un buon ricordo di questo nonno, preferisce che il marito trovi alla "vecchietta" in arrivo dall'America una sistemazione esterna, per esempio "alle Orsoline". Ovviamente, scoperto che razza di "nonna" sia la deliziosa Margaret, il buon Raimondo ne resta ammaliato e, sentendosi certo non troppo vecchio visto che il nonno avrà avuto 80 anni, le fa il filo, signorilmente ma con insistenza. Senonchè sboccia l'amore - in uno dei pochi momenti in cui lui non c'è - con un bel giovinotto italiano (GABRIELE ANTONINI, 30 anni ma interpreta un ventenne) che guarda caso è il figlio di Raimondo e consorte e sposerà la "bisnonna".

Ho sempre avuto un debole per Margaret Lee (soprattutto in televisione, specie al fianco di Johnny Dorelli) e mi ha fatto piacere rivederla. Voto all'episodio: ** e mezza. 

 

Tutti gli attori di sesso maschile oggi non ci sono più, neppure il più giovane, il bravo (più teatro e tv che cinema) Antonini, che ci ha lasciato poco più di un anno fa. Delle vedove, la Como ebbe vita breve: morì per malattia nel 1986 all'età di 47 anni. Ultimo suo film tre anni prima (era la madre snob di Christian De Sica in "Vacanze di Natale" di Carlo Vanzina)

Ma le altre due resistono fieramente. A loro un saluto e auguri da parte mia.

 

Il regista di questo film, MARINO GIROLAMI, che non ha di sicuro firmato capolavori, ha comunque girato, tra il 1950 e il 1982, la bellezza di oltre 70 film. L'ultimo fu "Giggi il bullo". In gioventù fu un buon pugile (campione europeo dei pesi piuma). Morì nel 1994 ad 80 anni compiuti.

 

Film visibile in rete:

https://www.youtube.com/watch?v=H7iGMPB9cWM

 

Voto complessivo (considerata anche la presenza del giovane Dalla): ** e mezza, sufficienza seppur stiracchiata.

 

cherubino,

28 febbraio 2020

 

 

 

 

 

Risultato immagini per dominique boschero

Dominique Boschero

 

Margaret Lee 

 

Risultato immagini per rossella como

 

Risultato immagini per gabriele antonini in franco, ciccio e le vedove allegre

Gabriele Antonini in una scena del film (l'incontro con Margaret Lee)

 

 

 

 

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