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Crimen perfecto. Finché morte non li separi

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su Crimen perfecto. Finché morte non li separi

di FilmTv Rivista
8 stelle

Il mercato italiano di Álex de la Iglesia non sa che farsene. Con quale criterio distribuisce i suoi film? Due sì (Azione mutante, El día de la bestia), due no (Perdita Durango, Muertos de risa: i migliori), uno sì (La comunidad), uno no (800 balas). Meno male che per Crimen Ferpecto (perché non lasciare il gioco nel titolo?) è la volta del sì, perché solitamente capita per i suoi film peggiori. Álex de la Iglesia è uno dei pochissimi che sanno ancora fare delle commedie realmente, sanamente, orrificamente cattive. Non fa sconti, è sadico, va fino in fondo e diventa quasi horror. E Crimen perfecto è in effetti una sorta di horror sull’umana arroganza. Il volgare responsabile del reparto abbigliamento femminile di un grande magazzino, dongiovanni impenitente, viene messo alle strette da un cesso di donna che si dimostra più sadica e arrivista di quello che le sue terribili apparenze danno a vedere. Tra i due comincia un gioco di dipendenze e vendette che avrà risultati imprevedibili. De la Iglesia non salva niente e nessuno e si serve del grottesco in funzione socio-culturale. L’universo che mette in scena è ributtante, un vero e proprio inferno (letterale, nell’ultima parte): è ciò che ci circonda, è ciò che siamo. Script imbattibile, interpreti da palma d’oro. Si ride spesso, ma con sopraffina spietatezza.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 15 del 2005

Autore: Pier Maria Bocchi

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