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La strada dei quartieri alti

Regia di Jack Clayton vedi scheda film

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La recensione su La strada dei quartieri alti

di Utente rimosso (SillyWalter)
8 stelle

Storia di una rovinosa ambizione, di malinconie e ferite profonde in un triangolo amoroso complicato da differenze sociali e patrimoniali.

Simone Signoret, Laurence Harvey

La strada dei quartieri alti (1959): Simone Signoret, Laurence Harvey

 

        Joe Lampton (Harvey), venticinquenne di umili origini, terminata la guerra si trasferisce a Warnley, nello Yorkshire, per impiegarsi in un lavoro d'ufficio al Municipio. Nella sua ingenua ambizione Joe smania per qualcosa di più di un posto sicuro con prospettive limitate e trova una strada piacevolmente percorribile quando tramite colleghi conosce Susan, graziosa e sensibile figlia del più ricco industriale della zona. Susan è però fidanzata con uno spocchioso rampollo dell'alta società che, intuite le mire di Joe, non perde occasione per umiliarlo. Nel frattempo nella vita di Joe compare anche Alice (Signoret), una donna matura sposata infelicemente con un marito fedifrago e possessivo. I due si confidano tristezze e bisogni e l'intimità sfocia in una relazione (all'inizio) indefinita e senza aspettative da parte di entrambi. Joe è sempre più confuso, riconosce il proprio affetto per Alice, con la quale riesce ad essere se stesso, ma al contempo è sospinto da sentimenti ormai inestricabili verso la conquista di Susan la quale, un po' alla volta, si sta innamorando di lui. La situazione non può che complicarsi quando Joe mette incinta Susan proprio mentre Alice comincia a credere alla possibilità di una vita futura col giovane amante. 

 

Laurence Harvey, Donald Houston, Heather Sears, Mary Peach

La strada dei quartieri alti (1959): Laurence Harvey, Donald Houston, Heather Sears, Mary Peach


        Un film da riscoprire e riscoprire ancora finché non ne avrà più bisogno. Non che sia privo di estimatori o che a suo tempo sia passato inosservato (fu un successo di pubblico e critica, 6 nominations e 2 Oscar vinti: Simone Signoret e sceneggiatura), ma di certo é un'opera che negli anni ha accumulato più polvere d'oblio di quanto meriti, seguendo un po' la sorte dello sfortunato e mai-abbastanza-lodato Jack Clayton.  

         L'intreccio segue le tracce di una rovinosa ambizione e di un triangolo amoroso complicato da differenze sociali e patrimoniali. Tema, si direbbe, da melodramma (anche  piuttosto sfruttato). Quello che però stacca dalla massa LA STRADA DEI QUARTIERI ALTI è prima di tutto l'intenzione di aderire a un meticoloso realismo di ambienti e, soprattutto, di caratterizzazioni psicologiche. La storia stabilisce un bell'equilibrio tra la descrizione dei "gruppi sociali" e l'approfondimento dei singoli. Joe si trova subito in mezzo a un gruppo di colleghi "suoi pari" che lo accettano, allargano le sue conoscenze e lo portano con naturalezza a conoscere le due donne (o piuttosto la donna e la ragazzina) consentendogli al tempo stesso di mettere in luce tutti i toni della sua emotività: ci sono sì da un lato l'ambizione e la propensione alla conquista un po' sbruffona che escono con le amicizie maschili, ma si vedono anche emergere insicurezze, frustrazione e orgoglio quando le differenze di classe si fanno evidenti. E, soprattutto, da queste insicurezze si genera poi un'affinità con Alice (Signoret) che  non solo mette in moto la relazione, ma consente di definire un ritratto intimo molto sfaccettato di Joe e di complicare ancora di più la sua confusione. È con Alice infatti che Joe mostra la sua vulnerabilità e i lati malinconici ed empatici che gli consentono di avvertire la tristezza di una donna apparentemente sicura e distaccata.

 

Simone Signoret

La strada dei quartieri alti (1959): Simone Signoret

 

          Uno dei pregi della sceneggiatura (pur all'interno di un complesso di motivi non nuovi ) è l'aver evitato ritratti stereotipati e percorsi facili. Così come l'arrivismo di Joe viene mitigato dalle sue origini, dall'ingenuità giovanile e dalla sensibilità che dimostra in compagnia di Alice, anche al terzo vertice del triangolo amoroso non abbiamo una figura risaputa di figlia viziata, ma una sensibile adolescente quintessenza di dolcezza che, in buona sostanza, rimane "vittima" dell'attività seduttiva di Joe. E non solo. In realtà non è snob neanche il padre miliardario di Susan, bella figura di capo-clan deciso, tonante ma senza pregiudizi nei confronti della working-class, a cui lui stesso apparteneva in origine. Ne consegue che le strade che conducono alle due donne restano entrambe praticabili e che Joe sembra sempre più vittima solo di se stesso, della sua confusione e del conflitto intimo e inestricabile tra le orgogliose aspirazioni, la sensazione di non appartenere al mondo a cui aspira e una sensibilità che, pur tra continui alti e bassi, sembrerebbe indirizzarlo verso Alice.

 

Simone Signoret, Laurence Harvey

La strada dei quartieri alti (1959): Simone Signoret, Laurence Harvey

 

         Se tutto il cast fornisce una prova impeccabile (affidabile matrice british...), va segnalato che la coppia Signoret-Harvey non poteva essere meglio assortita. In un certo senso si incontrano a metà strada. Lui, volubile e orgoglioso dalla bella voce profonda (in lingua originale) si dimostra più uomo che ragazzo, e lei, dopo aver sfoggiato una certa stanca disillusione iniziale, quando ritrova la certezza di essere amata diventa quasi una ragazzina dalla voce flebile e dagli occhi sognanti. Una bellissima trasfigurazione che carica di emotività la relazione e che ha il suo apice nell'episodio del week end al mare, episodio felice pur se accompagnato da una pioggia incessante, romantica e inquieta, come una specie di dubbio costante sull'esito del loro rapporto.

          La regia di Jack Clayton è notevole per intensità e capacità di alternare con grande senso compositivo scene di gruppo a momenti più intimi, momenti nei quali l'attenzione si salda ai volti dei protagonisti che  fanno l'andamento emotivo della storia. Nella seconda parte del film c'è poi anche spazio per alcune belle invenzioni registiche come l'uso di inserti quasi noir (musica compresa) e riprese più nervose e spigolose, come nella scena in cui Joe cerca di annullare se stesso e il proprio dolore perdendosi in una nottata alcolica che lo porta poi ad essere malmenato per aver intrattenuto la ragazza sbagliata.

Laurence Harvey, Donald Houston, Mary Peach

La strada dei quartieri alti (1959): Laurence Harvey, Donald Houston, Mary Peach

 

 !! ATTENZIONE SPOILER !! 

 

       Il finale è condotto da Clayton con classe, misura e creatività fuori dal comune. Senza mai perdere di vista il rapporto tra il singolo e "i gruppi" il film è soprattutto attento a completare il percorso intimo di Joe. La morte di Alice non ci viene mostrata direttamente (abbandonata definitivamente si ubriaca e va a schiantarsi in macchina) ma ne vediamo il riflesso sul volto ammutolito di Joe nel momento in cui apprende la notizia in ufficio. Il suo dolore è inoltre quasi coperto grottescamente e spinto più a fondo dalle feste che il gruppo di colleghi gli sta facendo per l'imminente matrimonio. Passata poi la suddetta nottata alcolica ritroviamo Joe il giorno del matrimonio come annullato, svuotato, impossibilitato a esprimersi (cosa che invece gli riusciva naturale con Alice). Clayton ce lo mostra solo di spalle (... privo di identità) mentre all'altare gli viene posta la fatidica domanda. Lo sentiamo rispondere  inespressivamente "lo voglio", e di nuovo viene sepolto e trascinato via da folle di amici e parenti. Mentre i novelli sposi si allontanano in macchina dalla chiesa, Susan si accorge che Joe ha gli occhi lucidi e contenta lo attribuisce alle emozioni della cerimonia. 


CURIOSITÀ: Laurence Harvey, che a questi livelli non si ripeterà più in ambito cinematografico (tra i film più noti: VENERE IN VISONE, LA BATTAGLIA DI ALAMO, VA' E UCCIDI) è il padre della famigerata modella/cacciatrice di taglie Domino Harvey, interpretata da Keira Knightley nel film DOMINO di Tony Scott. 

locandina

La strada dei quartieri alti (1959): locandina

 

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