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Shangri-La

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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La recensione su Shangri-La

di DeathCross
9 stelle

Questo 'Shangri-La', il cui Titolo Originale - stando almeno alle indicazioni dei sottotitoli e da un mio maldestro, in quanto purtroppo ignorante di Lingua Giapponese, tentativo di dare un senso logico alla traduzione di Google - dovrebbe significare 'Il Giappone in bancarotta: Le persone di Togenkyo/Shangri-La, è un Film 'atipico' per quelli che sono gli standard presunti (e pregiudiziali) di Miike...

In realtà, come dico praticamente sempre ad ogni Film di questo Autore, molto probabilmente il mio Preferito in Assoluto (e mi manca ancora circa metà della sua interminabile Filmografia!), ogni suo Film, o perlomeno ognuno dei suoi Film Migliori o anche solo degni d'interesse (anche se per chi lo adora visceralmente e 'a 360°' ogni suo film, anche il peggiore, è considerabile degno d'interesse), è unico ed estremamente differente rispetto agli altri...

Certo, con 80 e passa Lungometraggi all'attivo inevitabilmente si potranno ricondurre certi film in alcuni 'filoni', per Generi e Toni. E visto che bene o male i Generi maggiormente trattati da Miike sono lo Yakuza Movie e l'Horror, a cui potremmo aggiungere il Grottesco Surreale più i film per famiglie, quest'Opera è possibile 'catalogarla', se proprio sentiamo il bisogno di catalogare (io sinceramente no, e non solo con Miike, però ammetto che la catalogazione ha i suoi vantaggi pratici), tra i Film più 'normali' secondo l'accezione comune e quindi più 'anormali' all'interno della sua Filmografia. Insomma, quei Film più 'autoriali', 'impegnati' nel senso comune, intellettuale (e per me banale) del termine. Come 'parente' possiamo facilmente identificare 'Ch?goku no Ch?jin' (The Bird People in China), dove in entrambi, assieme al 'realismo' della vicenda, troviamo una (perdonate il gioco di parole) carenza di Violenza, elemento che, in modo estremamente superficiale, viene generalmente individuato come carattere fondamentale dello Stile di Miike.
Ma, come dico anche qui sempre, per quanto Miike sperimenti spesso e volentieri Toni, Atmosfere e Generi diversi da quelli a cui è abituato, la sua Poetica è sempre estremamente riconoscibile, dall'uso documentaristico (ma anche anti-documentaristico) delle macchine a spalla all'alternanza di riprese 'lunghe' e montaggi serrati, movimenti 'marcati' di macchina e inquadrature statiche. C'è sempre comunque l'accostamento di Sfumature opposte, dalla Commedia 'stupida' (ma genuina) alla Commozione Drammatica, dalla Parodia e dalla Satira (del potere economico, le cui bancarotte colpiscono sempre e solo la povera gente e non i pezzi grossi della finanza) alla Denuncia (della diseguaglianza tra ricchi e poveri e dall'ingiustizia della legge, più volte giustamente disprezzata nel Film). Qua non ci sono, effettivamente, momenti completamente Assurdi (e in questo si differenzia anche da 'The Bird People in China' avvicinandosi più allo yakuza movie "Araburu Tamashiitachi', Agitator), ma non mancano comunque sequenze che sfidano il naturalismo integralista, come ad esempio nella rivalsa dei barboni contro la gang di biker affiliati alla yakuza (dove tra l'altro assistiamo ad una mezza tortura, con il 'Sindaco' che minaccia uno di questi ragazzi di radergli il pube, che vediamo coperto dalla schiuma da barba). Ma l'Elemento che più di tutti rivela la Mano di Miike è la Poeticità con cui vengono rappresentati i Sentimenti e i Rapporti Umani, qua ben rappresentati dalla comunità 'utopica' (la Shangri-La, in giapponese credo Tôgenkyô, del Titolo) di gente poverissima dove le persone, svincolate dalle preoccupazioni finanziarie proprio a causa dell'assenza di risorse finanziarie, pur con tutti i problemi che essere privi di denaro in un mondo dominato dal denaro comporta (e sono problemi veramente grossi) riscoprono una convivialità ed un Altruismo veramente commovente, che tocca profondamente (oltre agli Individui Spettatori) i due co-Protagonisti non-senzatetto, ovvero il misterioso Personaggio che verrà eletto Vice-Sindaco e il proprietario di una tipografia colpito dalla bancarotta di un grosso e avido uomo finanziario. Come sempre, inoltre, la Morte viene trattata con il Massimo Rispetto, mostrando sui Volti dei Personaggi tutti i Turbamenti intimi che l'Essere Umano prova di fronte alla Consapevolezza del termine della Vita: Tema, questo, che l'Autore stesso spesso e volentieri nelle interviste ai suoi Film indica come Riflessione Cardine della sua Poetica.

 

Un Film che merita di essere visto, forse uno dei (tanti) Capolavori 'relativi' (per me in realtà 'assoluti') di Miike, sicuramente tra le sue (numerossissime) Opere Migliori, che potrebbe piacere a chi 'normalmente' non si avvicinerebbe ai più famosi (e altrettanto belli, a parer mio) Lavori del Regista a causa della loro Violenza e/o della loro Assurdità.
Poi magari invece non piace neppure questo lo stesso perché comunque lo Stile non è quello dogmaticamente imposto del cinema 'impegnato' ma, appunto, caratterizzato dalla Personalità Unica dell'Autore di 'Visitor Q' e da una povertà di mezzi (gestita in ogni caso Magnificamente dal Regista, e in questo secondo me è molto vicino a Fulci), però merita moltissimo, anche per le bellissime Musiche (di Koji Endo come sempre) e per le straordinarie Interpretazioni, tra le quali spicca sicuramente il "Sindaco" interpretato da Sho Aikawa, Volto (e, aggiungerei, Voce) assai noto e amato per gli Estimatori di Miike ("Dead or Alive", "Zebraman", 'Rainy Dog'...).
Insomma, un'altra Opera Imperdibile del prolifico Maestro giapponese!

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