Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Influenzato dalla visione precedente di "Ichi the Killer", dell'onirico episodio in "Three extremes", del delirante "Gozu" e dell'incubo "Audition" non mi sarei mai aspettato un film come "Shangri-La". Miike suona le corde dei sentimenti semplici e primitivi (solidarietà, libertà, comunanza) come antidoto al decadimento etico ed economico delle società capitalistiche avanzate. L'ambientazione è giapponese ma il messaggio è universale. Bravo Miike!!!
Il proprietario di una tipografia vecchio stile viene messo in ginocchio dal fallimento doloso di una catena di Supermercati. Nel comico tentativo di farla finita col gas di scarico dell'auto, viene a contatto con la comunità di emarginati e aiuta loro a salvare uno di loro ferito in una rissa con una banda di motociclisti. Nella comunità dove il Capo è un personaggio molto particolare (sicuramente con un passato da scoprire) ed è affiancato da un vice di fresca nomina (anche lui con passato ed abilità da scoprire) scatta il meccanismo della solidarietà e della rivalsa. Rivelare altri particolari toglierebbe il gusto del Film tuttavia non si possono trascurare similitudini con "Una poltrona per due" nei meccanismi della vendetta.
Gradevolissimo accompagnamento.
Sarebbe bello che il film fosse affidato e qualche doppiatore italiano (sicuramente tra i migliori al mondo) per riuscire a godere appieno le scene senza affaticarsi sui sottotitoli visto che i dialoghi sono tuttaltro che trascurabili a differenza di altri film orientali
Insospettabilmente delicata. Ottima prova da fare invidia a Takeshi Kitano.
Un misto tra il Diego Abbatantuono ras di quartiere e Charles Bronson giustiziere della notte. Ottima performance.
Enigmatico il giusto
Rappresenta bene il perdente tipico che però può giocarsi la rivincita. Forse un po' macchiettistico nel tipico giapponese imbranato ma sicuramente efficace interpretazione.
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