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Suspect Zero

Regia di E. Elias Merhige vedi scheda film

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La recensione su Suspect Zero

di Maciknight
5 stelle

E’ l’ennesima occasione sprecata. L’idea di fondo era buona, ma non è stata ben sviluppata e realizzata, rendendo la sceneggiatura troppo caotica, noiosa, ossessiva. Il protagonista, agente dell’FBI è troppo psicolabile per interessare e coinvolgere lo spettatore e rendere credibile la narrazione.

E’ l’ennesima occasione sprecata. L’idea di fondo era buona, ma non è stata ben sviluppata e realizzata, rendendo la sceneggiatura troppo caotica, noiosa, ossessiva. Il protagonista, agente dell’FBI è troppo psicolabile per interessare e coinvolgere lo spettatore e rendere credibile la narrazione. L’idea del progetto federale, ricavato da uno precedente militare, di sfruttare le doti extrasensoriali di alcuni sensitivi per scopi di indagine, non era male, come anche le altre idee correlate alla prima. Ad esempio il fatto che uno di questi soggetti, magnificamente interpretato da Kingsley, di cui hanno perso il controllo, si dedichi ad eliminare i numerosi serial killer made in USA, diventando pertanto un serial killer di serial killer. Il fatto che “Kingsley” come sensitivo abbia intuito che esista un serial killer da lui definito appunto il “sospetto zero”, cioè l’unico che non seguendo alcuno schema colpisce quando capita percorrendo tutti gli stati nord continentali causando tante di quelle vittime che nessuno nemmeno lontanamente potrebbe sospettare che sia una sola persona ad uccidere. Queste sono idee abbastanza valide, ma il modo come le hanno realizzate lascia alquanto a desiderare e seguire il film dall’inizio alla fine è un sacrificio non indifferente e che soprattutto è reso ancor più vano e sconfortante dal pessimo finale. Occorre poi sorvolare sul fatto, piuttosto incongruo, che non sia costituito un team di profiler, come sarebbe d’uopo e credo anche prassi professionale, i quali certamente avrebbero capito per tempo che non poteva che essere un camionista, non ci voleva un genio per comprenderlo, ma purtroppo il protagonista, come già evidenziato, è uno psicolabile più impegnato a cazzeggiare che ad indagare con metodo e cercare di capire l’origine dei suoi problemi e come affrontarli con un minimo di autodisciplina. Il resto è contorno e temporeggiamento ossessivo. Ci voleva qualcuno con del talento per valorizzare le idee di fondo della sceneggiatura, invece è stato svolto pedantemente come se fosse destinato a qualche corso di formazione per criminologi e non ad un pubblico che non è tenuto a soffrire di noia e per patologie psichiatriche non proprie.

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