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Constantine

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Constantine

di spopola
4 stelle

A me sembra un’accozzaglia infinita di luoghi comuni e di déjà vu…. L’l’inizio poteva sembrare anche promettente per una certa visionarietà dell’insieme… ma poi nella seconda parte si casca proprio nel tritello. Insomma la sceneggiatura non regge fino in fondo e progressivamente scopre le sue falle sempre più evidenti.

Che “pasticciaccio brutto” (Gadda mi perdoni per l’inopportuna citazione) fra cielo e terra!!! Angeli e demoni, paradiso e inferno in un delirante racconto che sarà pure ispirato a un fumetto di successo (che non conosco – devo confessarlo e ammetterlo: quante imperdonabili lacune ho in questo campo!!!) ma che francamente mi sembra un’accozzaglia infinita di luoghi comuni e di déjà vu…. Beh insomma l’inizio poteva sembrare anche leggermente promettente per una certa visionarietà dell’insieme… ma poi… apriti cielo e spalancati terra (è proprio il caso di dirlo!!!). Forse sono come al solito un po’ troppo eccessivo (o è stata la faccia catatonica di Keanu Reeves – qui davvero un ectoplasma inespressivo e amorfo - a farmi uscire di testa) ma questa storia non mi è proprio andata giù… non sono riuscito a digerirla. Colpa certamente del contesto narrativo - che nella seconda parte a mio avviso “casca nel tritello”- e della scarso appeal recitativo del protagonista (che non si “amalgama” né è capace di far lievitare la materia). Responsabilità oggettiva che va ricercata anche nella mia personale idiosincrasia per la eccessiva digitalizzazione degli effetti così scopertamente ostentata, che in più di un punto “scopre” mestamente la sua origini di elaborazione computerizzata con risultati suggestivi ma dichiaratamente “falsi”. Se devo dirla tutta infatti, mi sembra invece che il regista, soprattutto nella prima parte, abbia fatto molto per tentare di rendere appetibile la minestra (anche se si avverte la sua inequivocabile discendenza formativa di “videoclippettaro”) e per integrare in qualche modo la scarsa originalità di questa storia ambientata in quel “terrain vague” fra paradiso e inferno (la terra) dove - si dice – dalla notte dei tempi angeli e demoni si contendono le anime dei comuni mortali fronteggiandosi e dandosi battaglia senza quartiere…. Ma la sceneggiatura non regge fino in fondo e progressivamente scopre le sue falle sempre più evidenti, pescando a piene mani nella convenzionalità ripetitiva dell’ovvio che è un po’ il limite del genere. A proposito: attenzione ai… pediluvi… perché potreste ritrovarvi diritti all’inferno (visto che qui è proprio questa la “porta” che consente il passaggio…. Ed è una delle tante amenità sparse a piene mani in una struttura narrativa decisamente insufficiente perchè incapace (come invece sarebbe stato a mio avviso necessario) di interpretare le paure contemporanee e di usare per questo al meglio le simbologie religiose, che estrinseca la sua scansione drammatica verso il “nulla” nell’evidenziare la scoperta (un classico!!!) di un complotto che non sta (questo davvero) né in cielo né in terra… una cosa da “convergenze divergenti” che vede coinvolta persino la complicità dell’Arcangelo Gabriele (!) – una Tilda Swinton diafana e asessuata al punto giusto ma sicuramente “in pausa alimentare”- nel tentativo di far incarnare sulla terra (indovinate dove: ma certo, a Los Angeles, in America è ovvio!!!) il figlio ribelle di Satana. Il tono può sembrare apparentemente blasfemo, ma lo è solo in apparenza, non certo nei risultati (impressione confermata anche dal finale “accomodato” che rimette tutti i tasselli al loro posto e riporta l’ordine delle cose - e certo un po’ più di ironia non sarebbe stata “malvagia”, tanto per restare in tema). Volonterosa e “drammaticamente sofferta” la Weitz (o sarà che io ho una particolarissima predilezione per questa attrice?) la migliore fra tutti, che qui si fa “letteralmente in due” per tentare di salvare il salvabile. Di Reeves e della Swinton abbiamo già detto e non c’è molto altro (purtroppo) da aggiungere. Consigliabile comunque la visione ai ministri della salute di ogni nazione per una “divulgazione capillare” quale strumento esemplificativo di supporto per una possibile, avveniristica “campagna antifumo” (chi ha visto il film comprenderà perfettamente cosa intendo dire).

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