Regia di Lev Kulesov vedi scheda film
Ho visto tanti film sovietici, anche del periodo muto, ma finora non mi era ancora capitato di guardare qualcosa di Lev Kuleshov, regista e pioniere famoso soprattutto per il cosiddetto "effetto Kuleshov" che consiste nella giustapposizione di un primo piano di un volto con immagini che possono ispirare diverse reazioni emotive, con il pubblico che viene portato a pensare che l'attore abbia cambiato espressione, mentre quella è rimasta sempre la stessa, dimostrando le potenzialità associative del montaggio cinematografico.
Adesso ho avuto modo di vedere "Dura lex", il più famoso tra i suoi film muti, tratto da un racconto di Jack London, e devo ammettere che si tratta di un gran film, piuttosto rimosso al giorno d'oggi. Non è un film di trama, anche se basato sullo spunto di un gruppo di cercatori d'oro nello Yukon, fra cui una coppia che si trova ad essere testimone di un massacro insensato compiuto da uno di loro sotto l'effetto dell'alcool, che poi viene tenuto prigioniero, "processato" e condannato in maniera simbolica, fino ad un finale inatteso. Kuleshov costruisce un'opera dal sapore moderno, uno studio di personaggi alla deriva in una situazione estrema di sopravvivenza, dove il corso degli eventi prende una direzione sempre più tragica che li porta sull'orlo dell'autodistruzione.
Il linguaggio del cinema muto viene qui portato ad un livello di intensità brutale, che a tratti può ricordare il "Greed" di von Stroheim, soprattutto nella sua parte finale, ma Kuleshov ha il merito di conferire una notevole forza espressiva al montaggio, secondo il principio espresso in precedenza, ma anche di comporre inquadrature estremamente accurate pur nella febbrile visionarietà che le caratterizza, dove il contributo dei tre attori risulta fondamentale. In particolare Aleksandra Choclova è una maschera allucinata della sofferenza psicologica che sconfina nella follia, ma anche i due protagonisti maschili risultano altrettanto efficienti in un registro forse più trattenuto, ma che acquista notevole risalto di fronte alla maestosità degli elementi naturali, muti testimoni del dramma umano alla base della vicenda.
Un capolavoro di realismo psicologico con una veste figurativa inedita che integra benissimo anche le immagini del fiume ghiacciato che si scioglie, curiosamente simili a quelle de "La madre" di Pudovkin, uscito nello stesso 1926, "Dura lex" è un film assolutamente da riscoprire.
Voto 9/10
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