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Cannibal Holocaust

Regia di Ruggero Deodato vedi scheda film

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CortoMaltese1989

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La recensione su Cannibal Holocaust

di CortoMaltese1989
10 stelle

 Avevo poco più di 14 anni quando, frugando nella videoteca di mio zio, un trio di DVD fece capolino alle spalle della videografia compleata di Stanley Kubrick. Quei film, così ben celati dall'avveduto parente, conscio del fatto che amavo ficcanasare tra i suoi film, avevano copertine nere e rosse su cui campeggiavano strilli che ne decantavano le censure in decine e decine di paesi nel mondo.

 Attratto da quelle quei colori, quelle immagini minimaliste in grado di promettere cose mai viste ai miei giovani occhi e, soprattutto, dai suddetti avvertimenti stampati bianco su rosso negli angoli delle custodie afferrai subito quel trittico di paventate delizie.

 

 I film in questione erano Mangiati Vivi, Cannibal Ferox (entrambi del buon Lenzi) e Cannibal Holocaust.

 

Decisi di guardarli in ordine di censura, provando un senso di bieca esaltazione, sentendo che stavo per fare la cosa sbagliata. Nella speranza che nessuno mi cogliesse sul fatto guardai i primi due che passarono in fretta, lasciandomi addosso una lieve sensazione di fastidio. Un fastidio del tutto fisico, scaturito solo (passatemi il termine) dalla brutalità fisica messa in scena, a dire il vero nemmeno troppo bene, da Lenzi.

 

Rimandai il terzo al giorno dopo.

 

 

Quando le prime note del grandissimo Riz Ortolani si diffusero nella stanza capii di essere davanti a qualcosa di mai visto. Il verde della giungla scivolava sotto di me, spezzato da un grande fiume, in un magnifico long take introduttivo. Il film mi catturò in meno di due minuti: potevo sentire la foresta, sentirne gli odori, i suoni. Provai fin da subito un'innata antipatia verso i quattro giornalisti senza frontiere, le loro voci, la loro baldanza e, quando la verità veniva fuori da quel girato così rozzo e sporco da parer vero provai pietà solo verso i cannibali.

 

 In quell'elegia alla violenza, quel climax perverso che conduce all'orgia di sangue finale provai empatia per l'indigeno. Capii il titolo del film: Olocausto Cannibale. L'olocausto dei cannibali, l'olocausto subito dai cannibali.

 

E' interessante come Deodato inserisca due parole apparentemente scontate nel suo titolo. Cannibal, che evoca in qualcosa di abominevole, malvagio. Holocaust, che riporta alla memoria una delle più grandi tragedie della storia umana.

 

Quest'accostamento può trarre in inganno in principio, ma non dopo la visione del film. Non dopo la verità che ne scaturisce.

 

E aldilà della violenza brutale, delle sterili polemiche sulle uccisioni degli animali, ciò che resta alla fine è una sensazione di profondo disagio, di sporco, che mi attanaglia ad ogni visione della pellicola.

 

 Ci rendiamo conto di cosa siamo capaci, e ci domandiamo, assieme al professor Monroe, chi siano i veri cannibali.

 

 

 

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