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Cuore sacro

Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film

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La recensione su Cuore sacro

di Gangs 87
6 stelle

Ogni volta che guardo un film di Ozpetek ho una sensazione ricorrente, sento come se ai confini della mia anima, qualcuno con si fosse seduto a scavare, lentamente, con un piccolo cucchiaio, piano piano fino a raschiarne i bordi, fino a farsi sentire dentro. Cuoresacro, almeno in alcuni momenti, non è da meno.

 

Pur non riuscendo ad inserirlo nella cerchia dei miei film preferiti del regista turco, qui dove la religiosità sembra essere il fulcro del racconto composto da un connubio tra sacro e profano che finisce per essere eccessivo.

 

Ozpetek ci mostra i confini labili tra la morte e la vita, e ci insegna che a volte basta semplicemente credere in certe cose affinché esse possano considerarsi vere. L’amore di una donna per la madre defunta, il loro legame indissolubile, la presenza non presente di ciò che resta nei ricordi crea solchi profondi.

 

La scelta di Barbora Bobulova come protagonista assoluta è la forza vincente. Il suo sguardo assente, la sua compostezza, legata ad un materialismo asfissiante, rendono ancora più estrema la scelta dell’abbandono consapevole del tutto, come un San Francesco moderno che, senza parlare agli animali, ha trovato la sua strada o semplicemente ha deciso di vederla.

 

I riferimenti religiosi sono infiniti, oltre a quello di cui sopra, l’immagine improvvisa di una Pietà casalinga, mi impedisce di trattenere un sorriso che inizialmente sembrava solo un modo per assodare che al troppo non c’è mai fine e che poi si è trasformato quasi in un gesto di ammirazione, dopo aver constatato che era perfettamente in linea con il racconto che finisce per fare dell’eccesso una chiave di lettura.

 

In un film coinvolgente a tratti, si denota già l’immensa capacità di Ferzan Ozpetek di pesare l’animo umano, riuscendo, in parte anche stavolta, a trasformare in immagini le emozioni più profonde.

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