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Porco rosso

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Porco rosso

di Antisistema
8 stelle

Trovata la stabilità finanziaria grazie agli incassi di "Kiki Consegne a Domicilio", Hayao Miyazaki si concede una pausa di 3 anni prima di girare un nuovo film, in modo che possa creare un lavoro che non sia solo commercialmente remunerativo, ma sia al contempo un valido prodotto artistico. Nel 1992 il regista quindi dà alla luce il suo sesto film, "Porco Rosso", di cui è autore sia della sceneggiatura che del soggetto. L'opera dopo tanti anni è stata riportata in Italia dalla Lucky Red, che ha optato per una distribuzione cinematografica ed un'edizione home video in DVD.

 

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Porco rosso (1992): scena


Marco Pagot, pilota dell'aviazione italiana durante la prima guerra mondiale, si è ritrovato vittima di una maledizione che lo ha trasformato in un maiale. A bordo del suo idrocaccia rosso, chiamato da tutti però "Porco Rosso", Marco sgomina i pirati dell'Adriatico che tanti problemi causano alle navi di passaggio. Stanchi di lui, i prati decidono di assoldare Donald Curtis, sbruffone e borioso americano, il quale ben contento di misurarsi con un pilota del calibro di Marco Pagot accetta entusiasta il compito. Tra scene di vita quotidiana, il sentimento d'amore verso la bella Gina e combattimenti aerei, il protagonista dovrà cercare di destreggiarsi in tutta questa ingarbugliata matassa.

 

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Porco rosso (1992): scena


La trama è molto labile, si direbbe quasi che non c'è una vera e propria storia portante ed il tutto si riduce ad eventi della quotidianità uniti tra loro da un debole filo conduttore, ovvero la rivalità tra Pagot e Curtis e l'amore per Gina. Le tematiche abbandonano finalmente il solito tema del contrasto uomo-natura che era presente in quasi tutte le opere precedenti di Miyazaki, per andare in una direzione più intima e personale. Questo approccio comporta l'abbandono delle riflessioni ecologiche e del conflitto uomo-natura, tanto cari all'autore, per trattare temi meno noti al grande pubblico, ma sempre facenti parti della sua poetica come il volo e l'anti-militarismo. Si nota quindi un'evoluzione nella sua poetica, che se nei precedenti film finiva con l'avere sbocchi ottimistici, in questa pellicola per tutta la durata denota un'atmosfera pervasa da una sottile malinconia e amarezza di fondo.
I personaggi ben riflettono questa cosa e per la prima volta (ad eccezione del primo film con Lupin), troviamo come protagonista un adulto. Marco Pagot è una persona disillusa, le cui esperienze di guerra lo hanno segnato a fondo, e ciò ha fatto sì che divenisse un pacifista convinto seppur si dimostri profondamente pessimista verso il genere umano. Il suo struggente rapporto con Gina è sintomatico di questa visione; la donna ama profondamente Marco e lui ricambia il sentimento, ma questa attrazione condivisa dai due è fonte di sofferenza per entrambi visto che il loro è un amore impossibile: Marco non vuole causarle dolore poichè Gina ha perso già tre mariti per la guerra. L'unica speranza è rappresentata dalla giovane Fio ("Mi fai credere che non tutta l'umanità sia da buttare" queste sono pressappoco le parole che Marco rivolge alla ragazza), la quale rappresenta il futuro di un'umanità migliore.

 

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Porco rosso (1992): scena


Come in "Kiki Consegne a Domicilio", Miyazaki ancora una volta opta per scelte registiche diverse dai suoi precedenti film. I campi lunghi e i fantastici piani sequenza, riguardano solo le scene di combattimento in volo, per il resto abbondano campi medi e primi piani. Il centro dell'attenzione è il singolo individuo e non più il paesaggio circostante che passa in secondo piano, divenendo un mero elemento di contorno alla storia quasi metafisico (vedasi l'isoletta che funge da soggiorno per Porco Rosso). Le animazioni però non ne risentono, è verò che lo Studio Ghibli non può sfoggiare le sue favolose animazioni sui paesaggi grazie ai quali si esalta, ma grazie alle direttive del regista sono riusciti a ricreare degli splendidi aerei (Miyazaki è un appassionato di aviazione).
Le musiche di Hisaishi questa volta sono meno epiche e più contenute, le quali però ben si mettono al servizio del film, (la sequenza eterea, con Marco Pagot al di sopra delle nuvole è una delle migliori scene realizzate in un film d'animazione, grazie anche alla colonna sonora di sottofondo che crea la giusta atmosfera).

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Porco rosso (1992): scena


Il film non è esente da difetti i quali gli precludono lo status di capolavoro. La pecca principale è uno scontro finale che si risolve in maniera troppo caciarona e una fine veramente apertissima, inoltre il background di Marco Pagot è un pò trascurato visto che non si scoprirà mai come è avvenuta la trasformazione in maiale. Una nota di demerito è aver fatto di "Porco Rosso" un'opera politica, e su questo punto mi spiego meglio. Come ben si sa Miyazaki è un socialista convinto e quindi per seminare le sue idee ha ben pensato di inserire alcuni elementi sintomatici di ciò come la frase "Meglio porco che fascista", pronunciata da Marco nel dialogo con il suo amico Ferrer, che naturalmente è un inno alla libertà (che mito Porco Rosso; un bel vaffanculo al fascismo, nazismo e franchismo). Però quando Marco esce dal cinema e sui muri si vedono manifesti che inneggiano ai lavoratori e al socialismo (con tanto di pugno sinistro alzato), si comprende bene che si volevano comunicare altri messaggi ancora. Nel fare ciò però Miyazaki ha anche distrutto così tutta la perfetta costruzione storica, visto che nel 1929 era improbabile trovare manifesti del genere in una Milano fascista. Difetti a parte, "Porco Rosso" è un'opera che va vista da ogni amante del buon cinema e non solo dai fan di Miyazaki, i quali potrebbero restare delusi visto che il film è atipico all'interno della sua filmografia.

 

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Porco rosso (1992): scena

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