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Porco rosso

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Porco rosso

di FilmTv Rivista
8 stelle

L’arte è come la magia, fa volare. E Hayao Miyazaki concentra in questo cartoon del 1992 tutte le sue passioni di inventore di anime e di esperto in aeronautica per disegnare il più eccentrico personaggio della Ghibli. Porco Rosso è il nome di un aviatore italiano trasformatosi misteriosamente in maiale durante la Prima guerra mondiale, e che, diventato “mercenario” a caccia di pirati dell’aria, rifiuta di servire il regime fascista. 1929, nei cieli striati di nuvole rosa pastello, l’ex campione Marco Pagotto (in omaggio ai fratelli Pagot, creatori di Calimero) vola in spericolate traiettorie e sogna nostalgico la sua vita precedente e i compagni caduti, fantasmi di luce che levitano tra le nuvole. Il Mediterraneo fa da sfondo alle avventure di Porco Rosso, solitario abitante di un’isoletta rifugio dove nasconde il suo idrovolante, rielaborazione fantastica del Savoia S-12. Miyazaki predilige i modelli italiani e dissemina il cartoon di aerei realmente esistiti, come quello dell’ex commilitone Ferrarin (dal nome dell’ufficiale che partecipò all’idro-corsa per la Coppa Schneider nel 1926/1927) e sceglie per riparare il suo velivolo l’officina Piccolo di Milano, tra meravigliosi Navigli. Scintoismo e laicità marxista, il più grande animatore contemporaneo crea metamorfosi stilistiche ed emozionali tra Disney e i manga in questo capolavoro nato per intrattenere i passeggeri della Jal e diventato uno dei titoli più importanti del marchio Totoro (simbolo dello Studio). La metafora dell’uomo maiale ha molte interpretazioni, a partire dall’insulto fascista rivolto ai comunisti. Ma è anche allusione ironica alla sensualità innocente che lo lega a una 17enne, dalle smisurate qualità fantaingegneristiche, innamorata di lui nonostante l’aspetto bestiale. E poi, quel “porco” materializza il senso di colpa che Miyazaki si porta dentro perché durante il Secondo conflitto mondiale la sua famiglia costruiva apparecchi militari. Certo è che i suoi aerei sganciano solo bombe di pura, sublime poesia.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 45 del 2010

Autore: Mariuccia Ciotta

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