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Il castello nel cielo

Regia di Hayao Miyazaki vedi scheda film

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La recensione su Il castello nel cielo

di Antisistema
7 stelle

Il 1986 è un anno importante per Miyazaki ed il suo collega Takahata, infatti lo Studio Ghibli era stato fondato da poco più di un anno dai due registi, per poter avere mano libera sulle loro opere senza dover sottostare a nessuno. Per fare ciò lo studio doveva subito partire con un film dagli incassi sostanziosi per sperare di sopravvivere. Con Takahata produttore e la regia di Miyazaki (che cura anche il soggetto e la sceneggiatura), prende vita "Il Castello nel Cielo". Il film è stato distribuito nei cinema nostrani ad opera della Lucky Red, la quale pubblica un'edizione in DVD e una splendida edizione in Blu-Ray.

 

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Il castello nel cielo (1986): scena


La trama è la seguente: la vita tranquilla e serena di Sheeta viene interrota bruscamente dall'arrivo dei militari, che la rapiscono e la portano su di un dirigibile. Sfortuna vuole che il mezzo venga attaccato dai pirati della corsara Dola, e durante lo scontro nel tentativo di fuggire Sheeta precipita giù dal dirigibile. Fortunatamente per lei la pietra che porta al collo si illumina interrompendone la caduta; la ragazza svenuta viene soccorsa da Pazu, un giovane ragazzo minatore che si prende cura di lei. Una volta svegliatasi, il ragazzo scopre che Sheeta è braccata sia dai pirati che dall'esercito, poiché tutti vogliono scoprire dove si trova la leggendaria isola nel cielo di Laputa. I due ragazzi, tra mirabolanti e rocambolesche avventure, durante il loro viaggio cercheranno di far luce sul mistero che circonda Laputa.

 

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Il castello nel cielo (1986): scena


La storia da come potete ben capire è molto semplice e anche il suo svolgimento non presenta complesse architetture narrative o colpi di scena degni di nota, il tutto è all'insegna della linearità e piattezza più assoluta. E' vero che all'interno della pellicola vi sono alcuni elementi tipici della poetica di Miyazaki come: l'anti-militarismo, il volo, la sete di potere e avidità dell'essere umano e lo scontro tra il progresso e la natura, ma il tutto resta ad uno stato superficiale visto che l'autore rinuncia a scendere in profondità.
Tranne la piratessa Dola che con i suoi modi di fare e le sue gag risulterà il personaggio più riuscito del film ed in parte la piccola Sheeta, gli altri personaggi non riescono ad incidere per niente. Pazu può esistere solo in funzione di Sheeta e se deve reggere la scena da solo di dimostra abbastanza debole, l'antagonista Muska è una figura piatta, poco interessante e la sua psicologia è tagliata di netto con l'accetta, tanto che "il colpo di scena" usato da Miyazaki per dargli un pochino di spessore, finisce con l'affossarlo definitivamente. Gli altri personaggi come i minatori e i pirati, compaiono troppo poco per poter incidere a fondo sulla pellicola.

 

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Il castello nel cielo (1986): scena


Se da un lato ci troviamo con un soggetto inadeguato e una sceneggiatura forzata in certi frangenti, e con dei buchi sulla mancata spiegazione sulla civiltà di Laputa o cosa voglia significare la gravipietra gigante (che forse voglia rievocare il monolite nero di "2001 Odissea nello Spazio" del regista "Stanley Kubrick"? Se è così, mi dispiace per il povero Miyazaki ma proprio non ce la fa nel dare tale idea perchè ne esce artisticamente umiliato), la regia del maestro è almeno a livelli più che buoni. Le sequenze che hanno una messa in scena degna di nota sono un bel po' e spaziano dall'inseguimento un po' inverosimile sulle rotaie alla distruzione della base causata dal robot, sino alla magnifica sequenza dell'arrivo su Laputa. Le animazione dello Studio Ghibli, per essere del 1986, reggono abbastanza bene anche oggi, riuscendo a stupire anche lo spettatore odierno, specialmente nelle scene su Laputa che fondono il castello con la vegetazione verde e lussureggiante.

 

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Il castello nel cielo (1986): scena


Insomma, di difetti il film ne ha bizzeffe come ho citato sopra in precedenza, visto che spaziano dai personaggi alla sceneggiatura, con tanti interrogativi posti in essere ma poche spiegazioni e un finale sin troppo buonista e aperto, che si dimostra in netto contrasto con la drammaticità dimostrata in precedenza. Non aiuta neanche l'eccessiva durata di 120 minuti, di cui ben 20 di troppo, dove la pellicola finisce per arenarsi. Oltre al comparto tecnico-grafico, se il film riesce a reggersi un pochino in piedi lo deve alle magnifiche colonne sonore del grande compositore Joe Hisaishi, che insieme all'abilità registica di Miyazaki crea sequenze memorabili. In sostanza non è un film di Miyazaki riuscitissimo e neppure una pellicola dall'alto spessore artistico e contenutistico decantato dai fan, dimostrando dei limiti oggettivi non solo per il giorno d'oggi, ma anche per l'epoca seppur venissero mascherati dalle splendide animazione. Nonostante tutto una visione se la merita comunque e ai fan dal maestro piacerà di sicuro.

 

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Il castello nel cielo (1986): scena

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