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Falstaff

Regia di Orson Welles vedi scheda film

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La recensione su Falstaff

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Uno dei migliori film scespiriani in assoluto nella storia del cinema (e si sa che gli adattamenti dalle opere del Bardo sono infiniti). Tratto principalmente da Enrico IV, Enrico V, Riccardo II e Le allegre comari di Windsor, si concentra sulla figura di sir John Falstaff, compagno di avventure del principe Hal (futuro Enrico V), che, nonostante l'età avanzata, è sempre pronto a organizzare qualche tresca o furto, grande amante del vino e del divertimento, spesso menzognero ma comunque sempre fedele al futuro re, che gli volgerà crudelmente le spalle una volta salito al trono. E' un'opera che passa con naturalezza dai toni da commedia delle scene più spensierate a quelli più malinconici e perfino drammatici, come nella sequenza della battaglia, bellissima, dove l'estro visionario di Welles si dispiega magistralmente (è una sequenza dal montaggio assai serrato, che ispirerà numerosi altri registi fra cui il Gibson di Braveheart). Certamente non fu un film girato con larghi mezzi, poichè si tratta di una produzione indipendente realizzata al di fuori degli studios con capitali spagnoli e svizzeri, ma non mi sembra che il risultato ne risenta, grazie al talento visivo ancora eccezionale del maestro, che ricrea l'Inghilterra del Quattrocento in Spagna dandocene un'immagine al di fuori dei consueti schemi oleografici. La sua interpretazione di Falstaff è straordinaria e toccante, forse perfino con una certa identificazione autobiografica (anche Welles era stato abbandonato dai potenti produttori dopo i suoi primi successi da enfant prodige). Nel nutrito cast spiccano anche l'attore scespiriano per eccellenza John Gielgud, un possente Enrico IV, Keith Baxter nella parte del principe, e una serie di camei, talvolta molto brevi, di attori famosi come Marina Vlady, Jeanne Moreau, Fernando Rey e perfino Walter Chiari nella parte di Master Silence, un uomo balbuziente e semi-ritardato. Un'opera della maturità che rispetta pienamente la fonte di ispirazione (sembra che non vi siano dialoghi che non siano ripresi direttamente da Shakespeare) pur adattandola alle esigenze del cinema: certamente impegnativa e non adatta a un pubblico di bocca buona, ma con un tocco estremamente personale e una ricchezza di sfumature sia nel tragico che nel comico che pochi altri adattamenti dell'autore possiedono. Alcuni detrattori americani si sono lamentati di una colonna sonora dove le voci sono fuori sincrono e doppiate malamente e le battute di alcuni personaggi sarebbero difficili da comprendere a causa della limitatezza dei mezzi tecnici a disposizione, ma sinceramente, pur avendolo visto in inglese con sottotitoli, non sono in grado di verificare l'accuratezza di questi rilievi; la fotografia mi sembra invece suggestiva come sempre, con composizioni figurative spesso affascinanti (soprattutto nelle scene ambientate nella reggia e nella cattedrale). E' un peccato che un film di tale levatura sia ormai impossibile da vedere in Italia; dopo averlo cercato per anni, sono riuscito fortunatamente a scaricarlo dalla rete: dovrebbe essere una visione obbligatoria per ogni appassionato di cinema.

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