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La clessidra

Regia di Wojciech J. Has vedi scheda film

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La recensione su La clessidra

di alfatocoferolo
9 stelle

Tra il fantasy e il grottesco, una pellicola carica di suggestioni e dall'estetica molto potente. Regge benissimo il passare del tempo, conservando ancora tutta la sua potenza ieratica.

Un uomo va a trovare il padre defunto in una clinica sospesa nel tempo in cui i morti non sono tali né sanno di esserlo, in cui non c'è mai notte e i pazienti passano il tempo a dormire.
L'incipit è fulminante: un piano sequenza che inizia dal volo di un uccello e termina nella buia carrozza di un treno. Un perfetto assaggio di ciò che seguirà.

La scena è fin dall'inizio piena di dettagli curiosi ma usciti dal treno arriverà qualcosa di meglio. Il protagonista entra in un maniero cadente. Dentro, le stanze si moltiplicano, la luce inonda un'incredibile ricchezza di oggetti e le geometrie ricorsive degli ambienti, sembra di sentire l'odore del pulviscolo che ammanta tutto e della frutta impolverata, mentre in sottofondo cigolii e voci lontane suggeriscono la presenza di altri abitanti di quel luogo all'apparenza morto. È cinema 3D prima ancora che esistesse il cinema 3D.
Una volta trovata la stanza di suo padre, il protagonista, osservando da una finestra, vedrà in lontananza se stesso che entra nella clinica ma stavolta accedendo da un altro ingresso.
Da lì in poi seguirà un viaggio tra luoghi assurdi popolati da persone e creature con testa di uccello, in cui l'unico filo conduttore sembra essere la morte e la ricerca della figura paterna.

Morte e sensualità si mescolano in un riuscito accostamento di simbolismi e significanti.

Un piccolo gioiello, da recuperare (se riuscite).

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