Regia di Emanuela Rossi vedi scheda film
Eva (2025): Carol Duarte
TFF 43: CONCORSO LUNGOMETRAGGI Eva è una giovane donna strana, dallo sguardo inquietante, nonostante un fisico seducente con cui ammaliare molti uomini.
Ma a lei gli uomini non interessano: lei cerca I bambini, per un motivo che si comprenderà solo alla fine.
Dopo averne adescato alcuni, viene arrestata dopo aver dato fuoco ad un campo di girasoli.
Da quel momento, durante l'interrogatorio al commissariato, la vicenda torna indietro quando la donna si presenta a casa di un giovane vedovo divenuto agricoltore (interpretato da un volenteroso Edoardo Pesce) e ne ammalia il giovane figlio, orfano di madre che non riesce a darsi pace della sua perdita.
Ma presto il comportamento di Eva insospettisce l'adulto, fino ad un epilogo che riporta lo spettatore al rigo dei girasoli.
Eva (2025): Carol Duarte, Tommaso Zoppi
Eva (2025): Carol Duarte, Edoardo Pesce
Eva (2025): scena
Diversi anni dopo il suo debutto, avvenuto nel 2019 con il lungometraggio Buio, presentato ad Alice nella città nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, la regista Emanuela Rossi torna con questo controverso ed indubbiamente coraggioso Eva.
Se infatti bisogna dare atto alla cineasta della non facile impresa di sostenere da protagonista un personaggio così controverso, se non proprio terrificante, seppur in qualche modo sostenuto da ragioni e motivazioni che alla fine il film si cura, un po' frettolosamente, di chiarire, come si rivela questa inquietante Eva, bisogna anche rilevare che certe descrizioni bucoliche, con le uova colte dal covo, bucate e bevute, appaiono davvero ben più fastidiose, come anche quei campi bucolico con coreografie balle di fieno posizionate in modo sfacciatamente coreografico. Carol Duarte appare una scelta convincente, con quel suo sguardo da strega cattiva che sarebbe stata bene in un horror.
Ecco forse Eva avrebbe avuto bisogno di una più coerente connotazione horror, o quanto meno da favola gotica, restando invece un'opera solo controversa sugli scherzi della follia che appare più curiosa, che realmente riuscita.
Invece il film risulta più che altro schiavo di location ingombranti, che alternano le accennate visioni agresti degne DI uno spot, a laghetti montani sin troppo cristallini per restare coerenti con un realismo a cui il film non riesce a rinunciare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta