La recensione su Ailleurs la nuit

di alan smithee

3 stelle

TFF 43: CONCORSO LUNGOMETRAGGI - PREMIO MIGLIORE SCENEGGIATURA

Quattro vite di donne in bilico, protese a prendere una decisione fatidica che potrebbe sconvolgere i ritmi di vita di ognuna, e le conseguenti dinamiche esistenziali.

In particolare si osserva e segue Marie, una artista che si occupa di sonoro, impegnata come appare a catturare sonorità originali, soprattutto vagando nei boschi in campagna.

Noée invece è una giovane viaggiatrice accolta da Marie, il cui arrivo scuote le esistenze di entrambe.

Poi c'è Eva, una ragazza filippina frustrata in perenne lotta contro l'insonnia, protesa a salvaguardare dai rumori molesti della invadente, caotica, brulicante città, e infine Jeanne, una studentessa universitaria in bilico tra il desiderio di partire e quello di restare.

Come conciliare queste quattro vicende, in parte collegate, in parte completamente avulse tra loro, almeno in apparenza, l'una dall'altra?

Al suo primo lungometraggio la regista franco-filippina naturalizzata canadese Marianne Métivier cerca dI districarsi da cittadina del mondo quale probabilmente è, senza peraltro porsi mai il problema di mettere in condizione lo spettatore di comprendere.

Se il fascino delle storie avesse supportato questa mancanza di interazione tra le vicende, una certa oscurità di trama ed impostazione sarebbe potuta apparire come una qualità stimolante e positiva.

Al contrario questo Ailleurs la nuit resta un prodotto incomprensibile, inutilmente indecifrabile, poco suggestivo, ma anche rigido, in grado di creare dubbi e perplessità senza mai attirare o stimolare un minimo di curiosità od empatia nelle pseudo-storie che inutilmente Il film cerca di portare avanti.

Il premio alla migliore sceneggiatura ottenuto dalla Giuria appare quasi uno scherzo fuoriluogo, un bluff, e si rivela più che mai incomprensibile.

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