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La contessa scalza

Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La contessa scalza

di Baliverna
8 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' certamente un gran film. Gli attori sono bravi, il regista ha la mano tranquilla e precisa, i dialoghi sono ricchissimi. Anzi si può dire che è un film in gran parte basato sui dialoghi. Il tema centrale è l'analisi di questo personaggio femminile, di diva che viene portata dalle stelle alle stalle, solo per essere cinicamente sfruttata dal produttore cinematografico. La famiglia dalla quale proviene non è certo delle migliori, ma avrebbe avuto tutte le carte per cavarsela e vivere una vita decente, magari solo facendo esibizioni in piccoli locali spagnoli. Con la nuova direzione che le fanno prendere, si ritrova da sola in un mondo ostile e senza comprensione, dove non riesce neppure a trovare l'amore. Gli unici amici sono il regista, anch'egli però decisamente subalterno al produttore - che è un vero tiranno - e la donna dello stesso. La scena finale, quando lui tiene la povera diva morta tra le braccia, trasmette tutta la tenerezza e la compassione che il duro Mankiewicz doveva avere per il suo personaggio. A proposito di durezza, non si può evitare di dire che il regista sia piuttosto cattivo. I personaggi che ritrae (con qualche luminosa eccezione) sono cinici e crudeli, o persino disgustosi. I più negativi sono il produttore, un egoista che amava la madre un po' troppo e crede di amare Dio, e il conte, un uomo in pieno decadimento che non ama neppure la moglie, benché sia convinto di esserne innamorato. Il suo non rivelarle l'impotenza prima del matrimonio è un gesto di supremo egoismo. E la vendetta che le usa fa venire la pelle d'oca, anche per l'indifferenza con cui la attua.
E' un film complesso e impegnativo, come dicevo cattivo, ma non cinico in senso moderno. Ava Gardner è brava e bella, e Bogart rinuncia per una volta a fare il duro, ma senza minor esito. E' decisamente un film amaro.

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