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Alla luce del sole

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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La recensione su Alla luce del sole

di lorenzodg
10 stelle

Dalla storia vera di Don Pino Puglisi, un film crudo, asciutto, vero e sincero. Ambientato nel quartiere Brancaccio di Palermo con uno stile 'inchiesta' e con riferimenti alle vicende mafiose attorno a questo prete di 'perferia', 'emarginato' e con uno sguardo oltre l'orizzonte della propria fede...calato nella realtà senza paura e lontano da alchimie di convenienza. "Alla luce del sole"...invitava il nemico mafioso e con sconto minimo li cercava e li invitava davanti "all'uscio della sua chiesa". Una pellicola atipica del regista Faenza dove la sobrietà, l'accadimento ridotto, il parlare secco vengono anteposti alla facile retorica...che dovunque poteva uscire...da qualsiasi scena e/o inqudratura. Invece l'esatto opposto di un'opera 'spura', 'arrangiata' e 'umile' nella cronistoria di un prete fortemente attento ai ragazzi lasciati soli in mezzo ai 'lupi' e ai 'capi' mafiosi...e dove i genitori annegano in un mondo di facile guadagno e di omertà 'spetterale'. Un Luca Zingaretti di grande impatto rende Don Pino vero testimone di fatti imbevuti di un realismo-accorato (qualche sequenza, e certi piani nascosti ricordano gli effetti della scuola neorealista di De Sica e Rossellini) e di un impianto-calamita (magistrali riferimenti a certo cinema mittel-europeo con stile documentaristico e/o certe riprese stile De Seta). Un personaggio che non sostituisce l'attore ma ne prende il sincero 'animo' per darne forza e vigoria 'sociale' senza dimenticare l'onda riluttante di un marciume interiore, ignaro di cadenze teatranti...
Una prova registica attenta e che evita immagini di puro contorno e di presa accattivante. La morte di Don Pino viene mostrata con una dignità 'regale' senza movimenti e inquadratura fuori-posto. Nulla è più di un prete 'scomodo' ai potenti del 'giro' con un meno da dire e  da mostrare. Don Puglisi li aspettava e la sua 'non paura' prende alla sprovvista i nostri animi (e occhi) dopo quasi vent'anni dai fatti. Nessuno, neanche Faenza, riesce a fissare la sua immagine 'ferma' dopo la sua uccisione lungo una strada (di una vita da percorrere). Il film ha un'ottima fotografia; rende bene l'assenza e l'essenza della storia. Musiche di Andrea Guerra: evocative.

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