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La finestra sul cortile

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La finestra sul cortile

di Spielbergman
10 stelle

La tensione sprigionata dall’immagine, un concetto espresso da molti thriller nella storia del cinema, è il centro attorno a cui si sviluppa l’intero film. Il protagonista della vicenda, un uomo temporaneamente immobilizzato, è un detective amatoriale che ha solo la vista per cercare la verità (non a caso, è un fotografo). Davanti a Jeff, che se ne sta tutto il giorno davanti ad una finestra per vedere ciò che succede, e per avere un contatto con l’esterno, un piccolo universo rappresentato da un cortile di periferia, piccolo, appartato, dove convivono vari inquilini e, dunque, varie storie di vita. Jeff è “costretto” a guardarli tutti, spia per non annoiarsi. Quando succede il misfatto, il primo e solo che può recepirlo è lui, che guarda e spia in silenzio, perché tutto avviene lì, in quel cortile. Il cortile era un set fatto costruire da Hitch, dove il regista può avere tutto sotto controllo e riprendere la vita quotidiana dei suoi personaggi, un po’ come Jeff. È incredibile vedere come, anni prima che i “moderni” autori di thriller si inventino le peggiori schifezze per far fare cassetta ai loro lavori, Hitchcock riesca a far fuoriuscire una tensione crescente e una costruzione di racconto ineccepibile lavorando solo su un set, con solo pochi attori, e con una sceneggiatura sospesa fra thriller e la commedia basata sui soliti problemi legati all’ “erba del vicino”. Il bello è che questo è uno dei thriller più riusciti della Storia del cinema, dove veramente la tensione è snervante e ogni colpo di scena vale quanto mille trame ingarbugliate; la ragione è semplice, e già detta: Hitchcock parla con le immagini, e le carica al punto giusto da manovrare lo spettatore con pochissima fatica. Interessante è anche un dato letterario-culturale: Jeff non spia solo il suo assassino, ma entra in scenari di vita metropolitana allo sbando, in storie squallide, intense e “di strada”, creando un mondo noir disilluso e triste. C’è da dire che dietro ha la penna di un certo Cornell Woolrich, e si vede. Rimango dell’idea che Hitchcock non possa considerarsi solo thriller; anche in lui c’è un po’ di noir. Voto: 9.

Sulla trama

Ricca di suspance come poche altre; come sempre per Hitch, metà cinema thriller recente avrà rubato idee a non finire…

Sulla colonna sonora

Pezzi jazz fanno da sottofondo alla vita del cortile: donano ritmo e riescono come accattivanti. Il resto è più nella norma, ma la trovata della band è interessante.

Su Thelma Ritter

Geniale figura da commedia americana trapiantata in un genere non su, dà colore e diverte per tutto il film.

Su Grace Kelly

Regale come poche altre sapevano essere, stupisce in una parte non scontata come sembra.

Su James Stewart

Bravissimo.

Su Alfred Hitchcock

Tecnica sbalorditiva, le immagini creano la tensione.

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