Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
La tensione sprigionata dall’immagine, un concetto espresso da molti thriller nella storia del cinema, è il centro attorno a cui si sviluppa l’intero film. Il protagonista della vicenda, un uomo temporaneamente immobilizzato, è un detective amatoriale che ha solo la vista per cercare la verità (non a caso, è un fotografo). Davanti a Jeff, che se ne sta tutto il giorno davanti ad una finestra per vedere ciò che succede, e per avere un contatto con l’esterno, un piccolo universo rappresentato da un cortile di periferia, piccolo, appartato, dove convivono vari inquilini e, dunque, varie storie di vita. Jeff è “costretto” a guardarli tutti, spia per non annoiarsi. Quando succede il misfatto, il primo e solo che può recepirlo è lui, che guarda e spia in silenzio, perché tutto avviene lì, in quel cortile. Il cortile era un set fatto costruire da Hitch, dove il regista può avere tutto sotto controllo e riprendere la vita quotidiana dei suoi personaggi, un po’ come Jeff. È incredibile vedere come, anni prima che i “moderni” autori di thriller si inventino le peggiori schifezze per far fare cassetta ai loro lavori, Hitchcock riesca a far fuoriuscire una tensione crescente e una costruzione di racconto ineccepibile lavorando solo su un set, con solo pochi attori, e con una sceneggiatura sospesa fra thriller e la commedia basata sui soliti problemi legati all’ “erba del vicino”. Il bello è che questo è uno dei thriller più riusciti della Storia del cinema, dove veramente la tensione è snervante e ogni colpo di scena vale quanto mille trame ingarbugliate; la ragione è semplice, e già detta: Hitchcock parla con le immagini, e le carica al punto giusto da manovrare lo spettatore con pochissima fatica. Interessante è anche un dato letterario-culturale: Jeff non spia solo il suo assassino, ma entra in scenari di vita metropolitana allo sbando, in storie squallide, intense e “di strada”, creando un mondo noir disilluso e triste. C’è da dire che dietro ha la penna di un certo Cornell Woolrich, e si vede. Rimango dell’idea che Hitchcock non possa considerarsi solo thriller; anche in lui c’è un po’ di noir. Voto: 9.
Ricca di suspance come poche altre; come sempre per Hitch, metà cinema thriller recente avrà rubato idee a non finire…
Pezzi jazz fanno da sottofondo alla vita del cortile: donano ritmo e riescono come accattivanti. Il resto è più nella norma, ma la trovata della band è interessante.
Geniale figura da commedia americana trapiantata in un genere non su, dà colore e diverte per tutto il film.
Regale come poche altre sapevano essere, stupisce in una parte non scontata come sembra.
Bravissimo.
Tecnica sbalorditiva, le immagini creano la tensione.
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