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I ragazzi del massacro

Regia di Fernando Di Leo vedi scheda film

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La recensione su I ragazzi del massacro

di Donapinto
6 stelle

Fernando Di Leo e' uno di quei mestieranti italiani le cui pellicole, specie i noir, hanno goduto di una notevolissima rivalutazione, grazie soprattutto a Quentin Tarantino che le ha elevate allo status di capolavori, tanto da affibiare a Di Leo la nomina, non poco esagerata, di Don Siegel italiano. I RAGAZZI DEL MASSACRO prende spunto dall'omonimo romanzo dell'italo-ucraino Giorgio Scerbanenco, autore di alcuni famosi noir ambientati nella Milano del boom economico. Di Leo si ispirera' nuovamente a lui per MILANO CALIBRO 9, pellicola cult tratta da un racconto dell'omonima antologia, precisamente da STAZIONE CENTRALE AMMAZZARE SUBITO. Scerbanenco era uno scrittore alquanto all'avanguardia per l'epoca, in particolare rimasi colpito da due suoi lavori, TRADITORI DI TUTTI e I MILANESI AMMAZZANO AL SABATO, ma anche delle antologie NEBBIA SUL NAVIGLIO, e il gia' citato MILANO CALIBRO 9. Purtroppo non sono un'amante del cinema noir italiano di quegli anni, tantomeno delle opere di Di Leo. Ho trovato pessimo I PADRONI DELLA CITTA' e altrettanto pessimo il thriller vagamente erotico LA BESTIA UCCIDE A SANGUE FREDDO. Purtroppo anche per MILANO CALIBRO 9 non riesco ad avere parole di stima ed entusiasmo, inoltre ritengo che sia la pellicola che ha purtroppo spianato la strada al cosidetto filone del poliziottesco italiano. Per I RAGAZZI DEL MASSACRO, il regista realizza un giallo-poliziesco a sfondo sociale, almeno cosi' sembra nelle intenzioni. Si racconta una storia della "peggio gioventu'" della periferia milanese, una storia di emarginazione, degrado e disagio giovanile. Peccato pero' che l'analisi sociale rimanga in superfice e il film si concentri a un certo punto solo ed esclusivamente sull'intrigo. Per farne un'opera completa, specie per quanto riguarda gli aspetti sociali, ci sarebbe stato bisogno di un regista piu' esperto e raffinato, un Lizzani o un Damiani, giusto per fare qualche nome. Non va molto meglio per quanto riguarda i personaggi e le loro rispettive caratterizzazioni. Pier Paolo Capponi se la cava piu' che degnamente nella parte del commissario Duca Lamberti, anche se Lamberti nei romanzi di Scerbanenco non e' un poliziotto ma un medico radiato per aver praticato l'eutanasia su un malato terminale, ma diventa un prezioso collaboratore della polizia per via del suo talento investigativo. E' il resto dei personaggi che non funziona, normalissimi comprimari senza spessore, spesso macchiettistici, discorso che vale anche per la bella Nieves Navarro (Susan Scott), presenza di puro addobbo, che verso la fine instaura una forzatissima e quasi obbligata storia d'amore con il protagonista. Nonostante tutto I RAGAZZI DEL MASSACRO e' una pellicola sufficientemente solida e robusta da risultare potabile e dignitosa. Va riconosciuto anche a Di Leo il merito di toccare un tema probabilmente ancora molto tabu' per l'Italia dell'epoca come quello dell'omosessualita', che nel romanzo di Scerbanenco mi sembra di ricordare che non vi sia traccia. La pellicola successiva segnerà un passo indietro per il regista, dirigera' il gia' citato LA BESTIA UCCIDE A SANGUE FREDDO, rozzo thriller ambientato in una clinica psichiatrica, che vede protagonista Klaus Kinski in un inedito ruolo di "buono", ma non solo, addirittura di "romantico". Veramente assurdo e inumano.

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