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Polar Express

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Polar Express

di giancarlo visitilli
6 stelle

E’ come la pubblicità della Bauli, o come le tante Pubblicità Progresso che in questi giorni, prime del Natale, mandano sul piccolo schermo (con tanto di riconoscimento del Ministero dell’Infanzia, della Cultura, del Natale…). A Natale vogliamoci tutti bene, “scurdamm u’ passat”.
E’ bello (!?) per questo Polar Express, il film d’animazione del regista Robert Zemeckis, perché riesce a distogliere il pubblico (magari si trattasse solo di quello dei più piccoli!) da un interessante film sul Natale, Babbo bastardo. Polar Express si caratterizza per quella bellezza tipica del Natale, per cui basta una semplice offerta all’Unicef, per pensare che quei bambini ‘vedranno’ anche loro Babbo Natale. Ma chi è ‘sto Babbo Natale? Anche Zemeckis crede in quello dei doni.
Così, Polar express, tratto dal racconto omonimo di Chris Van Allsburg, uno dei più famosi autori di letteratura infantile, racconta di un bambino ‘fortunato’ (dipende poi dai punti di vista) che dubita della presenza di Babbo Natale. Per ciò qualcosa di straordinario sta per accadergli. La notte della Vigilia, mentre sta tranquillamente nel suo letto tentando di captare lo scampanellio delle renne che trainano la slitta di Babbo Natale, un misterioso treno a vapore si ferma davanti alla finestra della sua stanza. E’ un treno magico, che sotto la neve, si è fermato per condurlo, assieme ad altri bimbi increduli come lui, al polo Nord, dove Babbo Natale sta per partire per recare i consueti doni natalizi. Dopo mille peripezie, spericolate discese sulla neve, altissimi ponti sospesi sul nulla, rincorse sul tetto del treno sotto la tormenta, il treno con i fanciulli passeggeri giungerà a destinazione. Il bambino imparerà che solo “credendo” potrà ancora sentire il tintinnio delle campanelle delle tanto attese renne della slitta.
E’ indiscutibile la bellezza con cui la nuova tecnologia, quella della “Motion Capture” (già utilizzata da Peter Jackson ne Il signore degli anelli), applicata ai film d’animazione, riesca a rendere vera ogni immagine: dai movimenti dei personaggi, a quelle dei paesaggi. Ne risulta un prodigio di immagine e colori, che fanno del cinema, in generale, il dono più grande per il natale, e non solo. Zemeckis, che da sempre predilige la suspence, anche qui s’imbatte in alcuni momenti in cui il film subisce improvvise impennate, che creano una notevole suspence, come ad esempio la scena della vertiginosa discesa del treno ormai privo di freni, con le numerosissime soggettive, che danno insieme ai brividi, la sensazione di vuoto allo stomaco, tanto da sentirsi male. In altri momenti, invece, il film strizza l’occhio alla tradizionale animazione disneyana, regalandoci una gustosissima scena in pieno stile musical, con gli sfrenati camerieri ballerini, che servono il cioccolato ai bambini, compresi a quelli di colore, entrambi nello stesso vagone. E’ questo uno dei più interessanti spunti su cui sarebbe bene discutere insieme ai grandi e piccoli, oltre che sulla possibilità, in cui si ritrovano ad un certo punto i bambini del film, di poter ri-riciclare i giocattoli vecchi. Altro che Natale sarebbe! Non è semplice moralismo, ma altrimenti in cosa illuderemmo di credere i nostri bambini?
Polar Express é anche un film sullo straordinario attore, da sempre amato da Zemeckis, Tom Hanks (Foirrest Gump, Cast Away), che in questo film interpreta ben cinque personaggi (il bambino protagonista, il padre, il ferroviere, il vagabondo e Babbo Natale). Nella versione originale del film, la voce del bambino protagonista è di Josh Hutchersone e Tom Hanks. Hanks ha anche doppiato il conducente del treno.
Non si può fare a meno di menzionare la colonna sonora del film, con le portentose trascrizioni per orchestra delle classiche nenie natalizie, arrangiate dal musicista Alan Silvestri.
Allora: il Babbo Bastardo o quello a cui ci conduce il Polar Express? Libera la scelta. Convinti che l’importanza dei treni non sta nel dove vanno, quanto nella decisione di prenderli.
Giancarlo Visitilli

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