Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film
Accantono la forte tentazione di voler leggere il film con un filtro razionale e mi arrendo, mi lascio trasportare, perchè di realistico non c'è nulla, come lascia intuire Kim Ki-duk con un pleonastico messaggio conclusivo ("difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno"). Fiducia, l'elemento di cui si compone, a mio parere, questa fiaba narrata in modo delicato ed elegante. Una danza leggera di gesti e di sguardi che vibra da lui, compiacente fagocita del vuoto delle case altrui, a lei, trasportandole sicurezze e tacite promesse in un crescendo emozionale lento, liquido, a tratti rinvigorito dalla violenza degli unici contatti fisici che i due protagonisti subiscono da personaggi di contorno. Non c'è scambio di parole tra i due giovani, se non quelle liberatorie del laconico "ti amo". L'arte rappresentativa dell'emozione (qualsiasi natura essa abbia) attraverso la gestualità rende semplicemente inutile la sua parafrasi verbale.8e1/2
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