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White Chicks

Regia di Keenen Ivory Wayans vedi scheda film

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La recensione su White Chicks

di spleenish
6 stelle

Dopo il successo travolgente della saga di "Scary Movie", tornano sugli schermi i fratelli Wayans con "White Chicks", ultima fatica della Wayans Bros. Stavolta, Shawn e Marlon si sono davvero superati, cimentandosi con una interpretazione al limite dell'assurdo: due muscolosi agenti neri, Kevin e Marcus, che per sventare un temuto rapimento ai danni di due sorelle (bianche), rampolle dell'alta società, si sottopongono ad un intero week-end en travesti, prendendo il posto delle fanciulle e riuscendo così ad acciuffare il delinquente a capo del piano. Inutile dire che questa "clonazione" porterà i due fratelli a vivere una serie di contesti tragicomici, oltre a catapultarli nel misterioso ed (in)comprensibile mondo femminile.
Se, dunque, sulla carta "White Chicks" può essere una commedia davvero esilarante, originale e vorticosa, la resa cinematografica delude senz'altro un po': ad esempio, le tipiche "battute", quelle che per intenderci rendono incontenibile una risata, latitano parecchio perché spesso il loro posto è preso da troppi, troppi passaggi "seri", che in alcuni casi rasentano addirittura il sentimentalismo; tutti i personaggi sono, chi più chi meno, alquanto realistici, laddove invece servirebbe una estremizzazione abnorme della personalità e dei tratti caratteristici di essi per suscitare pura ilarità. Senza considerare, poi, l'evoluzione della storia, che decolla poco in fatto di situazioni o dialoghi particolarmente brillanti ma che, inaspettatamente, mantiene un filo logico narrativo fin troppo lineare che porta, addirittura, ad uno dei più classici happy end comprensivi di maturazione e crescita interiore dei vari protagonisti.
Per quanto riguarda il trucco, invece, non ci può essere davvero nulla da eccepire: i due ragazzoni neri, alti, barbuti e ben messi si trasformano incredibilmente in due fanciulle prosperose, dagli occhi azzurri, chioma bionda e da una pelle incredibilmente bianca. La bellezza degli effetti del make-up sta nel rischio, accuratamente evitato dai truccatori, di far sembrare i due travestiti delle drag queen; certo, le due sorelle "cloni" sono alquanto massicce e parecchio goffe, ma tutto sommato il risultato finale è sorprendente, specie perché grazie a lattice, nylon e fondotinta d'ogni sorta non resta quasi nulla dei pronunciati connotati dei due attori.
Particolarmente frizzante, colorata e densa è, poi, la fotografia di questo film, coadiuvata evidentemente anche dalla Computer Grapichs, che ha fatto il miracolo di "coprire" le montagne di Vancouver (la location della pellicola) con un paesaggio marino della costa di Long Island.

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