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Before Sunset. Prima del tramonto

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su Before Sunset. Prima del tramonto

di LorCio
8 stelle

«I ricordi non si cancellano, ti seguono ovunque». E mettici poi il caso, le coincidenze della vita, volute o meno. E il destino, sempre così smanioso di metterci alla prova. Più che un comune sequel, Prima del tramonto è un'appendice sentimentale a Prima dell'alba. Richard Linklater ha chiamato a rapporto in sede di sceneggiatura i due protagonisti dei quel genuino e travolgente film del 1995 per realizzare un altro breve incontro (stavolta ancora più breve: un mezzo pomeriggio) in quel di Parigi, dove lui sta presentando il libro che ha tratto dall'esperienza umana con lei, vissuta a Vienna nove anni prima (non l'ha mai dimenticato quel giorno di primavera). Tra una confidenza e l'altra si arriva al punto: ma tu poi ci sei tornato a dicembre, a Vienna, come avevamo detto? Jesse e Celine si erano dati appuntamento per sei mesi dopo. Ma mentre lei non si fece viva perché morì l'amata nonna, lui invece ci andò, non trovandola. Una dolce resa dei conti, un delizioso apologo romantico e crepuscolare (non a casa tutto finisce prima del tramonto), un ricordo dei bei tempi trasorsi.

 

A chi scrive questo genere di film fa impazzire. Forse è masochismo sentimentale, ma, non so perché, amo alla follia i brevi incontri anche con epiloghi non felici. Before Sunset riesce in poco più di un'ora (settanta minuti senza titoli di testa e di coda) a condensare ogni sensazione capitale di un rapporto del genere. In questo film si respira amore in ogni angolo, ogni scena trasuda di una carica gentile di sensualità eroticamente silenziosa e mai palese (dal primo riavvicinamento in libreria fino al caffè, passando per la traversata in battello fino alla salita delle scale di casa di lei), e convince con i suoi dialoghi sì intelletuali, ma soprattutto armoniosi. Essenziale, asciutto, minimalista (è un altro incontro-confronto tra due culture), profondamente malinconico. Si avvale di due interpreti cresciuti e molto maturati nell'arte recitativa (nel '95 erano due tra gli attori giovani migliori su piazza), coinvolti assai nei loro personaggi e sinceramente appassionati. «La memoria è una bella cosa se non devi fare i conti col passato» è la frase emblematica del film, così agrodolcemente reale (e azzeccata).

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