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The Village

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Sandy22

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Village

di Sandy22
9 stelle

Covington, un villaggio in cui un gruppo di persone trascorre una vita pacifica e semplice, è circondato da un fitto bosco, popolato dalle Creature Innominabili, esseri mostruosi con cui gli anziani di Covington hanno stretto un patto: nessun abitante varcherà mai i confini, inoltrandosi nel bosco, e in cambio le Creature non attaccheranno il villaggio.

In questo luogo protetto e misterioso, vivono Ivy Walker, una raggazza cieca, figlia del capo degli anziani, e Lucius, tacito e di buon cuore. I due si innamorano e sono prossimi al matrimonio, ma quando Lucius viene ferito a morte da Noah, un ragazzo mentalmente disturbato, Ivy è decisa ad attraversare il bosco per raggiungere la città più vicina e recuperare le medicine che salveranno il suo amato. Ma durante la sua avventura, viene a conoscenza del segreto del villaggio, custodito gelosamente dagli anziani.

 

Il regista M. Night Shyamalan costruisce un thriller/horror gotico dai risvolti interessanti, con atmosfere che sembrano uscite dalle fiabe dei fratelli Grimm e dai racconti sulle comunità dei Padri Pellegrini o quelle amish. In effetti, questo tipo di ambientazione mi ha ricordato molto il bellissimo e recente horror The Witch di Robert Eggers: anche in quel film c'è una gruppo ristretto (molto ristretto, visto che si tratta di un unico nucleo famigliare) e ci sono un bosco e alcune superstizioni. Ma lo sviluppo dei due horror/thriller non potrebbe essere più diverso: se in The Witch si finisce per accogliere il soprannaturale, in The Village le ragioni che tengono gli abitanti di Covington lontani dalla foresta delle Creature Innominabili sono tragicamente reali e, mai come in questo caso, i miti e le leggende servono per alimentare una paura collettiva essenziale per tenere al sicuro gli abitanti del villaggio. Tutti gli anziani infatti parlano della città come di un luogo pericoloso, marcio e corrotto, dove la gente si uccide per denaro e compie atti barbari nei confronti dei propri simili; ognuno di loro ha perso qualcuno di caro nella città e proprio Edward Walker si fa promotore di un'utopia, ovvero la costruzione di un luogo sicuro, protetto dal male e dalla violenza umana. Il male però si infiltra anche all'interno di Covington, non si può eliminare il dolore da mondo, ma esiste una forza che può contrastarlo: l'amore.

 

Oltre alla storia interessante, The Village vanta un cast di tutto rispetto: la bravissima protagonista Ivy è la figlia d'arte Bryce Dallas Howard, mentre Lucius è interpretato da un convincente Joaquin Phoenix (che aveva già lavorato con il regista in Signs). Tra gli anziani invece spiccano William Hurt che dà il volto a Edward Walker e Sigourney Weaver. Una menzione anche per Adrien Brody negli (scomodi) panni di Noah, personaggio che rappresenta la possibilità del male anche in un contesto di pace e armonia; Noah, non perfettamente consapevole delle sue azioni, è la violenza ingenua dettata da una condizione di instabilità mentale. Se Noah quindi rappresenta le ombre dell'animo umano, Ivy è allora l'incarnazione dell'amore e delle migliori qualità dell'uomo.

 

La fotografia e l'uso dei colori sono inoltre interessanti: il villaggio è caratterizzato da toni chiari e desaturati, che indicano una vita tranquilla basata sul ritmo della natura, dove però non mancano tonalità cupe che rendono Covington (e sopratutto il bosco circostante) un luogo misterioso e gotico. I due colori più accesi sono invece il rosso, il colore del male che attira le Creature Innominabili e il giallo, simbolo di protezione e di bontà, il giallo del mantello di Ivy che si avventura da sola nella foresta.

 

The Village rimane uno dei migliori film di Shyamalan, un horror gotico che porta a riflettere sul nostro mondo violento e pericoloso e sulle scelte estreme che siamo portati a compiere per salvaguardare e proteggere ciò che abbiamo di più caro. Si tratta di un film che pone questioni etiche profonde e strettamente legate a una particolare società in un determinato periodo storico, quello americano post-9/11 che si sente costantemente sotto assedio, in preda a una paranoia collettiva che sfocia non solo nella paura e nella superstizione, ma anche nella tensione utopica verso un mondo migliore.

 

 

 

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