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Falsehood

Regia di Ethan Hickey vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Falsehood

di alan smithee
4 stelle

locandina

Falsehood (2025): locandina

TRIESTE SCIENCE + FICTION FESTIVAL 2025

In un futuro distopico posizionato attorno ad una avanzata seconda metà del XXI secolo, è precisamente nel 2088, tutti i ricordi dell'umanità sono diventati come optional offerti in vendita agli esseri umani interessati, dando luogo ad un vero e proprio business dal governo. La memoria non è più un'esperienza privata, bensì una merce preziosa, soggetta a controllo e regolamentazione di un ufficio governativo.

I problemi nascono quando un “antico è prezioso ricordo”, considerato il fiore all’occhiello dell’umanità (nientemeno che la risposta alla domanda “da dove veniamo?”), viene rubato per fini politici.

Mark O'Brien

Falsehood (2025): Mark O'Brien

Proprio quando questo ricordo, considerato più prezioso, diventa il fiore all'occhiello della candidata alla presidenza negli USA, che intendere rendere tale notizia come una informazione di dominio pubblico.

Ma proprio quel ricordo, nel momento in cui ella viene eletta, viene rubato.

Ad indagare sulla sparizione di quello strategico reperti, viene incaricato Elizeus Carrier (Mark O’Brien), agente del Dipartimento della Memoria, che si trova a cercare di debellare un complicato complotto governativo legato a quello che, fin dalla sua scoperta alcuni decenni orsono, è considerato il ricordo più collettivo più prezioso; quello specificato sopra, legato all’origine stessa del genere umano.

Falsehood, concepito come primo capitolo di una trilogia in cui il giovane regista Ethan Hickey si concentra sulla tematica della verità e della sua costruzione, nei contesti della politica, della religione e della storia, è un thriller strutturato abilmente e con una evidente professionalità di direzione per inquietare, ma anche pieno di lungaggini e di dialoghi evasivo, che rendono il complotto piuttosto fumoso. Inoltre il cast comprende interpreti motivati, anche bravi, ma si avverte la mancanza di qualche nome carismatico in grado di catturare un po' più di emotività su uno spettatore un po' costretto entro una trama ed una unità di luogo un po' asfissiante, se non claustrofobica.

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