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Fermo posta Tinto Brass

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fermo posta Tinto Brass

di undying
6 stelle

Un Brass certamente minore, almeno quanto superiore alla media dei registi italiani. Fermo posta Tinto Brass rappresenta un divertente gioco narcisistico, al quale il regista dedica se stesso. A discapito di una vera trama. Ne risulta un hard mancato e un erotico timidamente audace, molto ben girato.

 

Tinto Brass

Fermo posta Tinto Brass (1995): Tinto Brass

 

Brass, assistito dalla giovane e piacente segretaria Lucia (Cinzia Roccaforte), prende visione della corrispondenza diretta al suo ufficio: ragazze (gli uomini sono giustamente esclusi dalla consultazione del regista) che raccontano le loro esperienze di sesso, vissuto allegramente anche al di fuori del contesto matrimoniale, spesso con la compiacenza degli stessi mariti o fidanzati.

 

Milena (**)

In riva al mare, in compagnia del fidanzato, la diciannovenne Milena (Laura Gualtieri) si lascia andare ad un rapporto intimo, proprio di fronte ad ad un'altra coppia, anch'essa intenta a fare l'amore.

 

Elena (***)

Ventotto anni, sposata con Guido, Elena (Erika Savastani) si assenta spesso come donna di compagnia di una contessa. Almeno questa è la versione ufficiale raccontata al coniuge. Quando Guido scopre nella borsetta della moglie una confezione di preservativi, un dubbio assale il marito abituato a fare sesso senza ausilio di contraccettivi. In realtà Elena è al servizio in una casa di appuntamenti, celata dietro la falsa identità di Michelle, assieme ad altre quattro ragazze. Tra i suoi clienti, un giorno, si presenta anche Guido che sostiene di chiamarsi Carlo e tratta la moglie da perfetta sconosciuta...

 

Elisabetta  (***)

"Questa Betta e una bella briccona... proprio una simpatica bricconcella esibizionista!": parole di Tinto Brass dopo che Lucia ha letto la lettera di Elisabetta (Alessandra Antonelli), una diciannovenne che si diverte a mettersi in mostra. In una area all'aperto, trovandosi di fronte a un giapponese, Elisabetta si è tolto le mutandine, facendosi ammirare dal turista munito di macchina fotografica con zoom.

 

Renata (**1/2)

Ventotto anni, un marito che ha scoperto di essere portato per la videocamera e un ristorante di proprietà: Renata (Gaia Zucchi) è una intrepida romagnola, dotata di un fisico pieno di curve che scopre con piacere di fronte all'obiettivo. Una passione esibizionista che Renata e il marito condividono con una coppia toscana, arrivando con questa a scambiarsi non solo le immagini impresse su videocassetta.

"Sei meglio della Sandrelli ne La chiave...." (Esclamazione del marito quando riprende la moglie all'aperto mentre urina)

 

Rossella (***1/2)

Sposata con un medico, la trentatrenne Rossella (Gabriella Barbuti) resta delusa dall'ennesimo ritardo del marito. È costretta a rimandare l'uscita serale quando, per una curiosa coincidenza del destino, squilla il telefono. All'altro capo un uomo pronuncia frasi oscene, fino a quando si accorge di avere sbagliato numero. Rossella sta al gioco e si lascia trasportare in un turpiloquio liberatorio, che continua sino all'arrivo del coniuge.

 

Francesca (***)

A soli ventotto anni Francesca (Carla Solaro) viene coinvolta dal marito Paolo in una fantasia erotica particolare che prevede lo scambio di coppia. Inizialmente Francesca si dice disgustata dall'idea, ma Paolo scopre che sessualmente l'idea stimola particolarmente la moglie e decide di accompagnarla in un club di scambisti.

 

Ivana (**)

Sposata con Filippo, la trentatrenne Ivana (Cristina Rinaldi) non riesce ad evitare che il compagno si riduca sul lastrico. Dipendente dal gioco d'azzardo, Filippo ha accumulato un debito di dieci milioni, per coprire il quale ha messo in gioco la moglie. Due giovani e focosi creditori esigono quindi che il debito venga pagato, per il piacere di Ivana che sprona così il marito a riprendere il gioco d'azzardo.

 

Finito di leggere le varie lettere, nell'ufficio di Brass si presenta una ragazza aspirante attrice, sottoposta dal regista alla "prova della monetina". "Hai sicuramente un fulgido avvenire dietro di te!", è il responso di Brass, dopo avere assistito come la giovane recupera la moneta da terra.

 

Prima di chiudere l'ufficio, Brass chiede alla segretaria di raccontare una sua personale esperienza erotica. A dispetto della carica sensuale e del suo aspetto disinibito (gira senza intimo), Lucia non ha nulla di originale da confessare, se non un sogno che la vede entrare in un negozio di scarpe, il cui titolare è lo stesso Tinto Brass e al cui interno stanno tanti manichini che hanno l'aspetto delle protagoniste apparse nei vari episodi.

 

"I sogni fanno parte della realtà; anzi sono la vera realtà." (Tinto Brass)

 

"Le immagini, mia cara, vanno dominate non subite." (Tinto Brass)

 

scena

Fermo posta Tinto Brass (1995): scena

 

A metà Anni '90 in italia il cinema di genere è ormai scomparso. Al pari di Dario Argento, nel campo dell'horror, l'unico grande regista che continua a raccontare storie popolari e di successo, ma con uno stile personale, unico e identificabile è Tinto Brass. Scrive, dirige e interpreta questo film metacinematografico che evolve su due piani: quello della fantasia e quello della realtà. Probabilmente le lettere cui fa riferimento il regista sono reali, e raccontano confessioni intime di donne che affrontano il sesso liberamente, con gioia e divertimento. Coinvolgendo in questo i relativi partners. Fermo posta Tinto Brass è un antologico realizzato sulla scia dei precedenti report tedeschi (ricorda molto quelli di Ernst Hofbauer sulle studentesse, per struttura e tematica). Con la differenza che - complice anche una suggestiva e importante colonna sonora (opera di Riz Ortolani) - risalta un clima di onesto e divertito compiacimento. Il tradimento per Brass non è mai un dramma, né un evento da vivere in maniera tragica. Al contrario diventa un momento di recupero della relazione, in grado di produrre stimoli e pulsioni erotiche che possono rinforzare la coppia e vivificare un rapporto, naturalmente in crisi con il passare degli anni a causa dell'abitudine e della consuetudine.

 

scena

Fermo posta Tinto Brass (1995): scena

 

Pur girato per gioco, e con una sceneggiatura non certo memorabile, Fermo posta Tinto Brass è ancora buon cinema. Cinema girato con una cifra stilistica (di un autore che si espone totalmente a cominciare dal titolo) che è riconducibile a un regista di classe (eccezionale la scena con riflesso negli occhiali), purtroppo perso dietro una serie di sketches fumettistici che si riallacciano (per assenza di storia) ai vari fumetti per adulti dell'epoca, contraddistinti da (non) trame brevissime e disegni bellissimi. Sfilano così sullo schermo decine di donne sensuali, carnali, terrene e - nel caso - naturali (la romagnola con parlata bolognese e peli sotto le ascelle), che riempiono gli occhi dello spettatore con le loro abbondanti forme. Il succo è quello di un hard, ma Brass sembra paradossalmente frenato all'idea. Ricorre così a falli posticci (esposti in due o tre circostanze) e si bada bene dal proporre close up di penetrazione. Ne risulta, paradossalmente, un controverso risultato: quello attribuibile ad un maestro dell'erotismo (e grandissimo regista) che affronta il porno, con timidezza. Senza cioè arrivare mai al sodo...

 

scena

Fermo posta Tinto Brass (1995): scena

 

"A vent’anni un uomo tradisce per gioco, a trenta per autostima, a quaranta per noia, a cinquanta per il complesso di Peter Pan, a sessanta se ha fortuna e a settanta per un miracolo." (Anonimo)

 

N.B. Il video seguente è riservato solo ed esclusivamente a un pubblico adulto 

 

F.P. 11/06/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 89'24")

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