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Spider-Man 2

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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La recensione su Spider-Man 2

di FilmTv Rivista
8 stelle

All’inizio del film, dopo i titoli di testa disegnati da Alex Ross che riassumono la puntata precedente, Peter Parker lotta con il più insidioso e temibile dei nemici. Non il dottor Octopus (quello viene dopo) e neppure Goblin, il cui spirito aleggia anche qua. La minaccia arriva dal lavoro precario e “flessibile” al quale è costretto per sbarcare il lunario. Per la cronaca, l’Uomo Ragno perde la sua sfida, perché nonostante i superpoteri ritarda una consegna e viene licenziato senza pietà. L’inizio è ovviamente significativo del percorso che interessa Sam Raimi, come è noto coinvolto ai massimi livelli in tutte le fasi del film, a partire dalla sceneggiatura. Se nel precedente Spider-Man al centro dell’attenzione c’era un adolescente alle prese con crescita, responsabilità e sensi di colpa, il protagonista di questo secondo capitolo è un supereroe che da una parte non può più procrastinare la presa di coscienza della propria identità scissa e dall’altra ha un rapporto tormentato con la normalità e il quotidiano. Intorno alla prima dimensione ruota l’avventura fumettistica, ovvero la guerra senza quartiere con il nuovo cattivo, Octopus, e il confronto con Osborn Jr., il figlio di Goblin che scoprirà la vera identità dell’odiato nemico. Alla seconda sono invece legati i problemi con i superpoteri (Parker li perde quando va in depressione), le questioni esistenziali e ovviamente il rapporto con l’amata Mary Jane (Kirsten Dunst). Raimi fa il miracolo e amalgama con equilibrio la metà intima e quella avventuroso-spettacolare. Soprattutto, dimostra che non tutti i blockbuster sono nemici del cinema pensante. Aperta parentesi sul cattivo, che per statura drammatica meriterebbe uno spin-off. Il Doc Ock del film, interpretato con classe shakespeariana da Alfred Molina, non è un malvagio da fumetto tutto frasi fatte e forza bruta ma un freak suo malgrado nei confronti del quale persino Spider-Man pare indulgente. Inoltre la simbiosi tra Octopus e le sue protesi biomeccaniche, i mostruosi tentacoli, rimanda a scenari da melodramma horror che uno come Sam Raimi non può certo ignorare. Come la scimmietta Ella nei confronti del tetraplegico di Monkey Shines, i tentacoli amano e difendono il dottore finché morte non li separi.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 39 del 2004

Autore: Mauro Gervasini

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