Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Ho ritrovato un regista di grandi capacità e fascino. Chi altri riuscirebbe a farci digerire l'amarezza, la ferocia della sceneggiatura,
accompagnando questi personaggi disperati e disillusi, rendendoli credibili e degni di pietà, con l'amore di un padre verso i figli?
E dopo essersi lasciati andare all'ammirazione per la semplice genialità dei gesti cinematografici, anche solo nei passaggi da una scena alla successiva, per l'abilità con cui ogni dialogo diventa un capolavoro di suspense drammatica, per l'adesione quasi commovente degli attori ai loro personaggi, rimane il vero centro pulsante e artistico: la ripetizione eterna della tragedia umana, vista in una prospettiva anti-cristiana, ma anche senza consolazioni laiche, una guerra disperata contro il destino dell'infelicità e dell'incomunicabilità degli uomini.
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