Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Ci troviamo dinanzi a quello che si può considerare a tutti gli effetti un film magnifico, che meriterebbe di essere annoverato tra i più grandi capolavori del cinema Italiano, sicuramente molto più spesso di quanto accada nella realtà dei fatti. Uno struggente melodramma dall'incredibile taglio neorealista, uno spaccato sociologico dell'Italia degli anni '50, le vicende narrate che vedono come protagonisti un insieme di persone decisamente comuni in un contesto principalmente familiare, vengono rese in maniera assolutamente perfetta, ogni personaggio risulta riconoscibile ed identificabile con un proprio corrispettivo reale, assumendo una valenza decisamente realistica.
Un film dal notevole impatto emotivo, dove ogni singolo avvenimento mostrato sulla schermo anche il più apparentemente banale, viene abbracciato da una potente forza drammatica, dove ogni singolo interprete risulta perfettamente inserito nel rispettivo ruolo interpretato. Le sequenze che narrano i turni di lavoro di Andrea Marcocci (Pietro Germi) e dell'amico e collega Gigi Liverani (Saro Urzì) a bordo della locomotiva E428, tramite l'utilizzo alternato di inquadrature che ci portano a seguire il viaggio attraverso i binari, risultano di notevole impatto visivo. Tra gli interpreti: Luisa Della Noce, Sylva Koscina, Carlo Giuffrè, Renato Speziali, Edoardo Nevola. Una pellicola meravigliosamente devastante che racconta un determinato periodo storico attraverso contrasti generazionali, drammi familiari, problemi sociali, inglobando lo spettatore all'interno di un contesto emozionale piuttosto complesso, dove i sentimenti si intrecciano vorticosamente, dove risulta difficile persino provare qualsivoglia antipatia nei confronti di personaggi che compiono azioni riprorevoli, si viene indirizzati con estrema facilità a comprendere il punto di vista di ogni singolo personaggio pur non condividendone le scelte. Una pellicola notevolmente toccante che non può lasciare lo spettatore indifferente.
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