Espandi menu
cerca
The Manchurian Candidate

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Manchurian Candidate

di giancarlo visitilli
8 stelle

L’America è già nei titoli: in blu-rosso-bianco bandiera. La scommessa si gioca tutta in una partita a poker. E’ la logica di chi detiene il potere, di chi esercita il controllo sulle sorti del pianeta.
Chi avrebbe potuto osare riproporre il remake dell’ottimo Va’ e uccidi (1962) di Frankenheimer, che nel ’63 anticipò l’assassinio di Kennedy, se non un regista geniale come Jonathan Demme, quello de Il silenzio degli innocenti, ma anche di tanti altri straordinari film (Beloved, Philadelphia, The agronomist, ecc). Anche The Manchurian Candidate, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2004 Fuori Concorso, è un film molto bello, una sorta di bomba inesplosa nel cinema post 11/9, incredibilmente attuale e verosimile. Tratto dall’omonimo racconto di Richard Condon, il film di Demme riprende un tema già sviluppato ne Il Silenzio degli Innocenti: il controllo della mente. Però, mentre lì l’invasione della mente della recluta dell’FBI avveniva per mezzo degli spietati inganni psicologici di Hannibal Lecter, qui ci troviamo in una dimensione decisamente fantapolitica, in cui il controllo viene esercitato fisicamente, con neuroimpianti e sostanze psicotrope. Là il possesso dell’altrui pensiero aveva finalità criminali e patologicamente personali, qui politiche e pubbliche, finalizzate alla conquista di un posto nella stanza dei bottoni. Al controllo del mondo.
La storia ha inizio con il racconto di Bennett Marco e Raymond Shaw, gli unici superstiti del loro plotone, rapito dall’esercito nemico, durante la prima Guerra del Golfo. Anni dopo, tornati a casa, Shaw sale alla ribalta della scena politica, mentre Marco inizia a ricordare che durante la prigionia sono stati sottoposti a un lavaggio del cervello e programmati per eseguire, tramite una frase specifica, gli ordini dei congiurati e mettere così in atto un complotto per il controllo della Presidenza degli Stati Uniti.
Demme preme l’accelleratore dell’alta tensione, con estrema efficacia, servendosi di un’atmosfera dikiana e di uno stile hitchockiano. Il silenzio innocente si tramuta in urlo. Ci coinvolge in un complotto globale, post-guerra fredda, attraverso una narrazione che si sviluppa su due piani, apparentemente diversi: quello fanta-scientifico, con lo scienziato criminale, i cospiratori, la tecnologia futuribile; ma poi v’è quello in cui Demme ci racconta della società americana di oggi, in particolare quella politica, e lo fa in modo assolutamente realistico, descrivendo gli intrighi del potere, la volgare protervia dei media ed il cinico uso della paura della gente, degli appelli alla sicurezza della nazione a scopo elettorale. Trascrive una partitura ricca di grandi crescendo, che fomentano la tensione morale e spettacolare. Diversamente da Moore, in Demme il terrore del nemico s’insinua sotto la cute, agendo di soppiatto. Ne risulta una rilettura moderna del racconto di Condon, che assume un significato metaforico, attuale e più realistico di quanto ognuno possa immaginare.
A coadiuvare il regista, interviene l’eccezionale fotografia di un altro genio, Tak Fujimoto, oltre che la magistrale performances degli interpreti, dallo stravolto Washington, degno sostituto del patinato Sinatra, all’agghiacciante Streep, first-madre-padrona, che sembra la continuazione dell’agente Jodie Foster.
Demme fa di questo fanta-thriller la descrizione dell’attuale e reale manipolazione mentale, che visse il suo periodo d’oro negli anni Settanta, ma che oggi è tornato alla ribalta attraverso il controllo totale, esercitato, per esempio in Italia, da una manciata di giornali ed un pugno di televisioni. Guarda caso proprietà di un altro candidato, tutto italiano, in seguito al quale si spera in un futuro migliore, seppure ancora lontano e inverosimile.
Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati