Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Favoletta scritta assai male e recitata assai bene (molto bravi soprattutto Tucci e Hanks), che porta inciso il marchio di Spielberg: buoni sentimenti, blanda critica delle ingiustizie, il male incarnato non nel sistema ma in un unico personaggio, generalmente frustrato, ma pronto a redimersi, finale che in genere abbina il dolciastro dei tarallucci e l'amarognolo del vino.
Il regista cerca la simpatia dello spettatore facendo vedere come spesso l'autorità spari con il cannone per uccidere le mosche (il vecchio inserviente indiano bloccato da ingenti forze di polizia), ma non è John Landis, che aveva fatto la stessa cosa prima e meglio in Blues Brothers.
A me, personalmente, manca il regista di Duel e dello Squalo, ma so che quello Spielberg, come le merendine di Nanni Moretti in Palombella rossa, non tornerà più.
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