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Il federale

Regia di Luciano Salce vedi scheda film

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La recensione su Il federale

di marcopolo30
10 stelle

Eccezionale commedia diretta da un Luciano Salce a inizio carriera che ha il merito non da poco di ridicolizzare l'ottusità fascista senza perciò presentarci il protagonista come una macchietta. Impagabile Ugo Tognazzi. Assolutamente da non perdere.

Fatte pochissime illuminate eccezioni, i fascisti sono stati trattati dal cinema italiano in due soli modi, entrambi monodimenzionali: da eroi senza macchia fino al 1943/44, da meschini criminali a partire dal suddetto anno. Se ovvie (ma certo non encomiabili) risultano le ragioni dei primi, non altrettanto si può dire dei secondi, soprattutto per coloro che non scrissero esattamente a caldo, a ridosso del ventennio fascista, voglio dire. “Il federale” rappresenta proprio una di queste illuminate eccezioni, con protagonista un fascista DOC, arroccato cioè sulle sue posizioni anche nel maggio 1944, quando cioè tale scelta non poteva per ovvie ragioni essere dettata da opportunismo. Il graduato della milizia fascista Primo Arcovazzi (un impagabile, immenso Ugo Tognazzi) viene incaricato dai suoi meschini (questi si) superiori di catturare e riportare a Roma il professor Bonafé, noto antifascista candidato a guidare il governo dopo l'imminente liberazione di Roma, rifugiatosi nel natio Abruzzo allo scopo di eludere la cattura. Seguono 90 minuti on-the-road sulle polverose strade montane di un'Italia centrale fustigata dalle miserie della guerra. E durante tale viaggio Arcovazzi ci viene mostrato come ottuso, gretto e intransigente, ma anche astuto quando serve e certamente onesto, caratteristiche queste solitamente negate per partito preso ai fascisti (spesso a ragione, per carità). Allo stesso tempo il professor Bonafé, illuminato libero pensatore, presenta qualche lato d'ombra, non sottraendosi in più di un'occasione a scelte dettate dall'opportunismo (opportunismo al fine di evitare un carcere della Gestapo, quindi comunque ben comprensibile). Insomma, Salce, coadiuvato in fase di sceneggiatura da Castellano & Pipolo, realizza un lavoro superlativo nel quale le tonalità di grigio esistono eccome, il ritmo è indiavolato e, ciliegina sulla torta, le trovate comiche abbondano. Un film assolutamente da non perdere che vide peraltro l'esordio (sebbene non assoluto) di una Stefania SandrelliIl appena quindicenne e che fu un successo anche al botteghino, chiudendo la stagione alla quattordicesima posizione del Box Office di casa nostra, con quasi 5 milioni di biglietti venduti (altri tempi...).

 

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